L’enigma di Gela: la Chiesa che nasconde il cuore antico della città
A Gela, la Chiesa Madre di Santa Maria della Platea custodisce arte, storia e una curiosa tela di San Giacomo guerriero.
Una cattedrale sorta sulle fondamenta della storia
Nel centro di Gela, proprio dove pulsava la vita dell’antica Terranova voluta da Federico II di Svevia nel XIII secolo, si erge la Chiesa Madre di Santa Maria della Platea, conosciuta oggi come Duomo di Gela. Non si tratta di una chiesa qualsiasi: le sue mura raccontano di ricostruzioni, incendi, bombardamenti e rinascite che hanno scandito la storia travagliata della città.
Edificata intorno al 1200, in stile normanno-svevo, la chiesa originaria si trovava al centro della platea magna, l’odierna piazza Umberto I. Quello spazio non fu scelto a caso: la platea era il cuore civile e commerciale della città medievale, e la decisione di innalzare la chiesa madre proprio lì sanciva il legame indissolubile tra religione, potere e vita quotidiana.
Con il passare dei secoli, il tempio subì numerosi rifacimenti. Nel XVII secolo fu riedificato in forme barocche, arricchendosi di cappelle laterali, stucchi e tele che ancora oggi incantano il visitatore. Ma il destino della Chiesa Madre non fu mai semplice: i bombardamenti della Seconda guerra mondiale la colpirono gravemente, lasciando ferite che solo pazienti restauri riuscirono a sanare.
Tesori d’arte e simboli nascosti
Entrando nella Chiesa Madre di Gela, lo sguardo viene catturato immediatamente dal maestoso altare maggiore, un’opera barocca ricca di decorazioni. Le cappelle laterali custodiscono statue lignee e opere pittoriche di pregio, tra cui spiccano quelle dedicate a San Giacomo, patrono della città.
Un dettaglio affascinante è la presenza di frammenti architettonici medievali inglobati nelle strutture successive: segni silenziosi di come la chiesa abbia inglobato, stratificato e custodito secoli di storia. Anche il campanile, modificato più volte, rappresenta un palinsesto architettonico che unisce il Medioevo, il Barocco e gli interventi moderni.
In molti sostengono che il vero tesoro della Chiesa Madre non siano solo le opere d’arte, ma la sua posizione stessa: sorgendo sulla piazza principale, ha visto passare davanti a sé rivolte popolari, processioni solenni, feste e tragedie, diventando il punto di riferimento simbolico dell’identità gelese.
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