Gela. Settecento milioni di investimento, la produzione di gasolio e nessun licenziamento. L’Eni ha incontrato ieri le Istituzioni Nazionali e Territoriali, assieme alle Organizzazioni Sindacali, per annunciare il progetto di ristrutturazione e rilancio della Raffineria di Gela.
L’industria della raffinazione in Europa, e in particolare nell’area mediterranea, sta vivendo una crisi strutturale. Il crollo della domanda di prodotti petroliferi ha contribuito a creare un eccesso di capacità di circa 100 milioni di tonnellate annue, pari a 1,5 volte l’intero consumo annuo italiano. Ciò ha determinato una variazione nei tassi di utilizzo delle raffinerie dal 95% nel periodo 2005-2008 al 70% attuale e contestualmente una contrazione dei margini di raffinazione con conseguenti perdite significative nel settore.
Eni, a differenza delle altre società petrolifere europee che stanno chiudendo le loro raffinerie in Europa (15 dal 2008) per investire in Asia e in Medio Oriente, ha deciso di affrontare la difficile congiuntura economica del settore senza delocalizzare, bensì investendo nel riassetto dei siti italiani in crisi.
Dal 2009 ad oggi l’attività di raffinazione a Gela ha accumulato forti perdite, pari a circa 1/3 delle perdite dell’intero sistema di raffinazione Eni. Il progetto di ristrutturazione e di rilancio, per il quale è previsto un investimento di circa 700 milioni di euro, mira a recuperare sostenibilità economica attraverso il superamento delle debolezze strutturali del sito. A regime, nel 2017, grazie ad un nuovo assetto industriale ed organizzativo, la raffineria di Gela sarà capace di generare utili con produzioni più adeguate alle esigenze di mercato (massimizzazione della produzione di diesel e interruzione della produzione di benzine e polietilene) recuperando nel contempo affidabilità, flessibilità ed efficienza operativa.
Il piano di rilancio della raffineria verrà realizzato garantendo la valorizzazione delle professionalità presenti su Gela, sia in ambito locale sia all’interno dei business Eni. Verranno altresì utilizzati strumenti di ammortizzazione sociale su base volontaria, finalizzati ad assicurare l’accompagnamento alla pensione del personale che ne abbia i requisiti. Lo sviluppo del piano, inoltre, non richiederà l’utilizzo della cassa integrazione.
La Raffineria di Gela proseguirà nell’adeguamento e nel potenziamento dei propri impianti al fine di migliorare ulteriormente la sostenibilità e accrescere la tutela dell’ambiente assicurando una riduzione delle emissioni, anche oltre le più recenti prescrizioni AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale).
Eni crede nella creazione del vantaggio competitivo attraverso la ricerca e l’innovazione tecnologica. Il progetto di rilancio farà del sito di Gela un polo tecnologico. Presso la raffineria verranno realizzati nuovi impianti tecnologicamente avanzati (hydrocracking di ultima generazione), sarà utilizzato il nuovo catalizzatore T-Sand (brevettato da eni) per la produzione di gasoli di elevata qualità, verrà realizzato il primo sistema Eni “zero waste” per la produzione di energia da rifiuti industriali. Infine, proseguirà l’attività di ricerca e sviluppo per la produzione di biocarburanti di terza generazione dalle alghe.
Eni, consapevole del proprio ruolo di volano di sviluppo, vuole fare del territorio di Gela il più importante polo di formazione della società per il Sud Italia, un centro di eccellenza in materia di sicurezza sul lavoro e antincendio.
La Raffineria di Gela, inoltre, metterà a disposizione il proprio know-how e le proprie strutture per agevolare l’insediamento all’interno del sito industriale di attività promosse da terzi nel campo dell’innovazione tecnologica e della sostenibilità ambientale.
Gli investimenti programmati per la raffineria di Gela fanno seguito alla già annunciata trasformazione della raffineria di Venezia in impianto per la produzione di bio-carburanti attraverso la tecnologia proprietaria “ecofining”.