Gela. Non si sblocca la lunghissima vertenza dei lavoratori della cooperativa sociale Rinascimento. Mancano gli stipendi da inizio anno (quelli precedenti sono stati ottenuti dai lavoratori solo attraverso decreti ingiuntivi) e non c’è regolarità nel versamento dei contributi. Non sono stati ancora versati, da quanto emerge, quelli che coprono il periodo che va dal giugno 2017 al gennaio 2018. “Siamo senza contributi e non possiamo licenziarci per giusta causa, usufruendo della disoccupazione come prevede la legge – dice Luigi Marotta che è dipendente della cooperativa e in più occasioni ha sollevato il velo su quanto accade a lui e ai suoi colleghi – siamo ostaggi della cooperativa Rinascimento”. Una vicenda che non trova vere soluzioni. Nelle scorse settimane, dopo l’ennesimo appello pubblico, Marotta era riuscito ad ottenere una convocazione in prefettura, poi saltata.
“Non si riesce più a vivere in queste condizioni – continua – tutti sanno ma nessuno interviene. Gli utenti ospiti della cooperativa non hanno pareri di permanenza e convenzione. Come si mantengono all’interno della struttura?”. Marotta e i suoi colleghi chiedono un intervento anche al responsabile del Centro di salute mentale. La cooperativa Rinascimento, infatti, si occupa di ospitare pazienti disabili mentali, attraverso intese con enti pubblici. In più occasioni, i lavoratori hanno chiamato in causa Roberto Scordio, titolare della coop. “Tutti sanno ma nessuno interviene – conclude Marotta – anche i sindacati non prendono posizione. Perché non si verificano le condizioni dei pazienti? Che c’è dietro a tutto questo malessere? Perché non si valuta la possibilità di nominare un commissario esterno?”. Tutti interrogativi che continuano a rimanere senza risposte.