Le navi greche di Gela: scoperte archeologiche passate che hanno riscritto la storia del Mediterraneo

Le tre navi greche di Gela, ritrovamenti del VI‑V secolo a.C., tra i relitti più antichi. Archeologia subacquea che affascina!

A cura di Redazione
26 agosto 2025 19:00
Le navi greche di Gela: scoperte archeologiche passate che hanno riscritto la storia del Mediterraneo - Foto: F.conti90/Wikipedia
Foto: F.conti90/Wikipedia
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Scoperte archeologiche dall'incanto subacqueo

Nel 1988, subacquei, esplorando fondali a 4 metri di profondità presso Bulala, a circa 800 metri dalla costa di Gela, riportarono alla luce il primo relitto: una nave da carico lunga 21 metri e larga 6,5 m. Il suo fasciame era realizzato con cordame vegetale, secondo la descrizione omerica della tecnologia “cucita” delle navi, un dettaglio chiaramente visibile ancora oggi. Il relitto portava con sé anfore, ceramiche a vernice nera e rossa – provenienti dal Mar Egeo e da Atene – oltre a pietre usate come zavorra: segno di sbarcate e caricate merci in rotazione commerciale.

Gli scavi subacquei del 2003 (prua) e 2008 (poppa) hanno permesso il recupero presso i laboratori di Portsmouth, per un restauro durato anni. L’intenzione era esporla al Museo della Navigazione Greca di Gela, ma attualmente la nave è ancora in magazzino, in circa 40 scatoloni non ancora montata, nonostante i fondi stanziati.

Gela II e Gela III: due fratelle sommerse

Tra il 1995 e il 2024 è emerso un secondo relitto, denominato Gela II, attribuito al V secolo a.C. L’imbarcazione, di circa 15 × 5 m, giaceva a 6 metri di profondità, ancora perfettamente conservata. Dal luglio 2024 è in corso il recupero: un’équipe specializzata sta smontando i legni nei laboratori del Bosco Littorio, grazie a un investimento regionale di quasi 900 000 €. L’intervento prevede 270 giorni di scavo e consolidamento dei reperti.

Il terzo relitto, soprannominato Gela III, è stato trovato alla foce del Dirillo, al confine tra Gela e Acate. Risalirebbe anch’esso all’arcaico e testimonia l'altissimo traffico navale che faceva della piana di Gela un crocevia strategico.

Un patrimonio archeomarino da valorizzare

Tutte e tre le navi emergono in un contesto archeologico stratificato: nei dintorni dell’Acropoli di Gela e dell’emporio greco di Bosco Littorio, luogo dell'antico porto, sono emersi anche i quartieri mercantili, le necropoli e i relitti sommersi. Il Museo Archeologico Regionale di Gela conserva reperti del carico e parti strutturali della prima nave, fungendo da nucleo per la futura esposizione del museo della navigazione.

Questo straordinario complesso, mai rivelato con tale chiarezza a livello mediterraneo, è destinato a rivoluzionare la conoscenza delle rotte commerciali greche e della tecnologia navale arcaica.

Curiosità

 Quel fasciame “cucito” con corde vegetali, descritto dall’Iliade, è una conferma concreta che i poeti greci non parlavano per immagini: questa tecnica effettivamente esisteva e veniva praticata più di 2500 anni fa 

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