Le fiamme all’isola 7 della raffineria, manager e tecnici Eni a processo: Amici della Terra è parte civile

 
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Gela. Arriva il sì alla costituzione di parte civile dell’associazione ambientalista Amici della Terra. L’incendio in fabbrica. E’ stato il giudice Lirio Conti ad accogliere la richiesta, formalizzata dal legale dell’associazione, l’avvocato Joseph Donegani. Così, si è aperto il dibattimento a carico di cinque imputati, tutti manager e operatori del gruppo Eni, finiti davanti al giudice a seguito del vasto incendio scoppiato nel marzo di due anni fa, lungo la linea di collegamento degli impianti Coking 1 e Topping 1. Le fiamme si alzarono lungo l’isola 7 nord della raffineria di contrada Piana del Signore. Il rogo si sviluppò durante le prime ore del mattino e fu ben visibile anche all’esterno della fabbrica. A rispondere di quei fatti saranno Bernardo Casa, Michele Viglianisi, Massimo Lo Faso, Marcello Tarantino e Arturo Anania. Per i magistrati della procura, il fuoco rischiò di lambire anche altre aree dello stabilimento Eni, compresa quella dei serbatoi, creando un elevato rischio per l’incolumità dei tanti operai in servizio. I difensori dei cinque imputati, gli avvocati Gualtiero Cataldo, Piero Amara e Alessandra Geraci, hanno contestato la richiesta di costituzione di parte civile dell’associazione Amici della Terra, escludendo un collegamento tra l’attività sociale portata avanti e le accuse mosse agli imputati dai magistrati della procura. Una linea, però, non accolta dal giudice Conti che ha autorizzato la costituzione. Era già parte civile, invece, il Comune, rappresentato dall’avvocato Vittorio Giardino. Intanto, anche il pubblico ministero Lara Seccacini ha formalizzato le richieste di prova. Si tornerà in aula a marzo.

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