Gela. Si sono difesi davanti al giudice delle indagini preliminari Lirio Conti, che li ha sentiti in carcere, a Balate, nel corso dell’interrogatorio di garanzia. Carmelo e Ignazio Di Pietro hanno respinto le accuse. Le armi che i carabinieri hanno trovato in un ovile di contrada Piana del Signore non sarebbero mai state nella loro disponibilità. Il difensore degli indagati, l’avvocato Francesco Enia, è riuscito a dimostrare come Carmelo Di Pietro si trovasse sul posto, solo causalmente, dato che stava sostituendo un parente, durante le attività di mungitura del bestiame. Il gip, così, ha disposto l’immediata scarcerazione. Arresto convalidato e conferma della custodia cautelare in carcere, invece, per Ignazio Di Pietro. Il pastore ha ripetuto, davanti al magistrato, di non sapere nulla delle armi trovate dai carabinieri, che sarebbero state rinvenute in una zona diversa da quella dell’ovile e accessibile a tutti.
Le armi trovate nell’ovile. I carabinieri hanno sequestrato munizioni, un fucile e due pistole, una realizzata artigianalmente. Gli investigatori hanno trovato anche l’impugnatura di un fucile. Tutte le armi sono risultate con matricola abrasa e una pistola aveva già il colpo in canna. Il gip avrebbe anche disposto ulteriori accertamenti tecnici. I pm della procura, da tempo, seguono la pista di armi, probabilmente utilizzate anche per azioni intimidatorie e danneggiamenti.
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