Le antiche mura dell'Antiquarium greco | Capo Soprano e le sorprendenti vicende
Antiquarium Iconografico di Capo Soprano a Gela: tra foto d’epoca e reperti, scopri il segreto delle mura greche.
Antiquarium Iconografico
Nel parco archeologico di Capo Soprano, a Gela, sorge l’Antiquarium Iconografico, custode di un racconto millenario che unisce fortificazioni greche e preziosi reperti iconografici. Questo piccolo museo, allestito nell’ex casa del custode delle mura timoleontee, espone ceramiche, monete e fotografie degli scavi che hanno riportato alla luce una delle difese meglio conservate della Sicilia antica, costruite da Timoleonte nel IV secolo a.C.
In un’unica cornice, il visitatore può rivivere la scena del ritrovamento delle mura: immagini d’epoca mostrano le colate di sabbia che seppellirono i bastioni, preservandoli fino al 1948. In esposizione si trovano anche tetradrammi, frammenti di ceramica attica e reperti fotografici che testimoniano la ricchezza e l’importanza strategica di Gela nelle colonie siceliote.
Mura timoleontee e reperti iconografici: uno sguardo oltre le pietre
L’antiquarium compie un viaggio nel tempo tra le sale: la prima è dedicata alla sequenza cronologica delle scoperte, la seconda ospita un’esposizione più tematica, dove ogni reperto racconta una storia. Le fotografie storiche mostrano i mattoni crudi e i parametri di calcarenite, usati da Timoleonte per innalzare muri spessi e alti oltre 3 metri, dotati di tecniche costruttive inusuali per l’epoca.
Tra gli oggetti più curiosi ci sono le monete di Gela, alcune tetrahdramme raffiguranti il toro, simbolo della città, e le ceramiche attiche che testimoniano la rete commerciale mediterranea che includeva anche la valle del Salso. Nei pannelli esplicativi, le foto d’epoca permettono di confrontare il paesaggio odierno con quello sepolto per millenni sotto le dune.
Visitarlo significa scoprire che dietro le mura non ci sono solo pietre, ma storie sepolte, contatti commerciali, e protezioni architettoniche frutto della cultura greca. Un’esperienza che unisce fotografia, archeologia e didattica, e che rende Capo Soprano un luogo unico nel panorama culturale siciliano.
Curiosità: fotografia del contadino custode
Nel 1948, Vincenzo Interlici, contadino proprietario del terreno dove giacevano le mura sommerse, si attirò l’attenzione degli archeologi grazie a una fotografia fatta da sé. In essa si vede già spuntare il profilo dei parametri squadrati sotto la sabbia. Quel documento fotografico fu fondamentale per gli scavi ufficiali e ora è esposto nell’antiquarium, come simbolo dell’inizio della riscoperta della Gela antica.
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