Gela. Freddato sedici anni fa a pochi passi dal garage della sua abitazione di Fondo Iozza.
In aula la madre di una delle ragazze. Nel dibattimento scattato per l’omicidio del giovanissimo idraulico Orazio Sotti, prosegue la ricostruzione delle sue frequentazioni, soprattutto con le due giovani che sarebbero state al centro di una relazione mal vista dagli imputati, i fratelli Salvatore e Giuseppe Cilio. Proprio loro si trovano a processo davanti ai giudici della Corte d’assise di Caltanissetta con l’accusa di aver pianificato ed eseguito l’azione di morte. In base alle indagini, avrebbero deciso di uccidere Sotti che, intanto, avrebbe intrattenuto relazioni sentimentali proprio con le loro compagne. Davanti ai giudici nisseni, è stata sentita l’anziana madre di una delle ragazze. Il pubblico ministero ha cercato di ricostruire, attraverso i ricordi della donna, gli eventuali timori della figlia rispetto a possibili reazioni dei fratelli Sotti. Nel corso dell’udienza, è stata ascoltata anche una cugina delle due ragazze. I ricordi rispetto a quel periodo, però, sono apparsi assai vaghi. In aula, in qualità di testimoni, anche quattro investigatori che presero parte ai primi accertamenti partiti dopo il ritrovamento del corpo senza vita di Orazio Sotti. I difensori degli imputati, gli avvocati Salvo Macrì e Luigi Cinquerrui, hanno invece deciso di esaminare i testimoni sentiti dal pm solo dopo il deposito delle trascrizioni delle intercettazioni che avrebbero consentito agli inquirenti di avere elementi d’accusa tali per arrivare all’arresto dei fratelli Cilio. Nel procedimento, sono parti civili i familiari della vittima, rappresentati dall’avvocato Giuseppe Cascino. Sono stati proprio i genitori del giovane idraulico a non arrendersi davanti al buio investigativo che sembrava aver avvolto un omicidio, per anni privo di eventuali responsabili. Si tornerà in aula il mese prossimo e verranno ascoltati nuovi testimoni.