Le accuse di corruzione a Lotti e Amara, chieste assoluzioni
Le richieste della procura
Catania. Assoluzione per l’ex procuratrice di Gela, Lucia Lotti, nel processo col rito abbreviato, e non luogo a procedere per l’ex avvocato dell’Eni, Piero Amara, in sede di udienza preliminare. Sono le richieste della procura di Catania avanzate nei due filoni processuali, entrambi davanti al Gup Luigi Barone, nati dall’inchiesta per corruzione in atti giudiziari. La prossime udienze si terranno il 3 novembre. Al centro dei procedimenti, secondo il capo d’imputazione, la presunta «promessa, poi mantenuta», di Amara di «intercedere con un componente del Csm per la nomina di Lucia Lotti, all’epoca sostituta procuratrice a Roma, a capo della procura di Gela». In cambio, era la ricostruzione della Procura di Catania che adesso ha chiesto l’assoluzione e il non luogo a procedere, il magistrato avrebbe messo «a disposizione la sua funzione in favore di Amara» consentendogli «l’accesso ai fascicoli in fase di indagini più rilevanti sulla raffineria di Gela» e di «indicare i nominativi di consulenti tecnici vicino all’avvocato o comunque all’Eni» per gli incarichi che la procura «avrebbe potuto assegnare nei procedimenti che coinvolgevano la raffineria». Nel frattempo, ieri, si è svolta un’altra udienza di un processo che vede il coinvolgimento dell’avvocato Amara. Si tratta di un filone autonomo nel caso sugli ormai noti verbali resi da Amara sulla cosiddetta “loggia Ungheria“. Nel processo d’Appello sono coinvolti Amara, il suo ex collaboratore Giuseppe Calafiore e l’imprenditore Fabrizio Centofanti, accusati di aver calunniato l’ex consigliere del Csm Marco Mancinetti. La pm Roberta Amadeo, applicata con il ruolo di sostituta procuratrice generale, ha chiesto di ribaltare la sentenza di assoluzione e di condannare a tre anni di carcere il primo e a due anni e mezzo gli altri due imputati. Anche la parte civile ha chiesto la riforma del giudizio con cui il giudice del Tribunale Mauro Gallina, nel luglio di due anni fa, ha mandato assolti i tre con la formula «perché il fatto non sussiste».
Il procedimento è stato rinviato al 14 ottobre.
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