Gela. E’ stata ulteriormente approfondita la situazione patrimoniale dell’imprenditore Sandro Missuto, che ha impugnato il verdetto di condanna di primo grado a nove anni e sei mesi di reclusione. L’imprenditore edile è accusato di aver avuto legami diretti con il gruppo locale di cosa nostra, che l’avrebbe agevolato nell’acquisizione di importanti appalti. L’indagine nei suoi confronti è stata condotta dai pm della Dda di Caltanissetta. In primo grado, il collegio penale del tribunale di Gela gli ha imposto la condanna. Adesso, sono i giudici della Corte d’appello di Caltanissetta a valutare il caso. I magistrati hanno accolto la richiesta di nomina di un perito, incaricato di valutare i numeri dei conti riferibili all’imputato.
L’esame dell’esperto è stato concluso e la sentenza dovrebbe essere emessa a fine mese. La difesa è sostenuta dall’avvocato Roberto Tricoli. Nel giudizio, parti civili (costituiti anche con l’avvocato Nicoletta Cauchi) sono alcuni titolari di aziende che avrebbero subito richieste estorsive, avanzate per il tramite dell’imputato.