Le accuse alla nuova stidda, Nicastro esclude minacce a due imprenditori: in aula riprodotto l’audio di un’interecettazione

 
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Gela.Nessuna minaccia per entrare in quei cantieri edili.


La testimonianza di Nicastro. Con gli imprenditori che li avevano assunti c’erano solo normali rapporti di lavoro. L’ha detto Simone Nicastro, che gli investigatori ritengono uno dei referenti della nuova stidda locale, sentito nel corso del giudizio d’appello celebrato nei confronti del ventinovenne Ettore Nobile e del trentottenne Carmelo Curvà, entrambi coinvolti nell’inchiesta antimafia “Agorà”. In primo grado, i giudici del collegio penale del tribunale di Gela condannarono Curvà a nove anni e quattro mesi di reclusione, a nove anni invece Nobile. La testimonianza di Nicastro è stata chiesta dalla difesa di Curvà, con l’avvocato Nicoletta Cauchi.

In questo modo, il testimone ha smentito quanto sostenuto in passato dal fratello Davide Nicastro, per un periodo collaboratore di giustizia, che aveva ribadito invece l’esistenza di forti pressioni, anche estorsive, ai danni di due imprenditori locali, costretti ad assumere presunti esponenti della stidda che, però, non avrebbero mai svolto attività lavorativa. Una versione, invece, del tutto esclusa da Simone Nicastro che ha anche spiegato di essere stato successivamente licenziato dall’azienda che l’aveva assunto. “Con Carmelo Curvà – ha proseguito – c’erano solo rapporti di lavoro”. In aula, come chiesto dal difensore di Ettore Nobile, l’avvocato Flavio Sinatra, è stato prodotto l’audio di un’intercettazione che riguarderebbe proprio l’imputato, che ha sempre escluso di aver fatto parte di gruppi mafiosi. In aula, si tornerà a febbraio e i giudici della Corte d’appello di Caltanissetta, in quell’occasione, potrebbero emettere il loro verdetto.

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