Gela. Si è chiuso il giro di firme apposte sull’accordo attuativo per i lavori del porto rifugio. L’amministrazione comunale, per il tramite del sindaco Di Stefano, aveva adempiuto la scorsa settimana. Ieri, le ultime, ancora attese, sono state formalizzate. Era un passaggio necessario da completare prima possibile. “Ora, aspettiamo che l’Autorità portuale dia seguito a quello che è stato deciso durante il recente tavolo tenutosi a Palermo”, dice il sindaco. Il 2025 che sta per arrivare dovrebbe essere l’anno del progetto definitivo e del rinnovo dell’autorizzazione ambientale. L’iter non è per nulla semplice e fino a ora si è trascinato senza un vero esito. L’Autorità portuale della Sicilia occidentale, retta dal presidente Pasqualino Monti, ha previsto una spesa complessiva per i lavori non inferiore ai quaranta milioni di euro. Sono in atto quelli per la banchina di riva.
Le sabbie da movimentare, tema sempre delicato con il porto che rientra nel Sito di interesse nazionale, sono destinate alla collocazione in vasche di colmata, che successivamente consentiranno di realizzare un’area commerciale. Si dovrebbe procedere attraverso lotti funzionali. Un altro aspetto importante è quello degli studi finalizzati alla progettazione. Con un porto ancora quasi del tutto impraticabile, sono stati spesi 1.329.370,87 euro. Una somma che riguarda anzitutto i 335.701,50 euro per la riprofilatura del canale interno. La parte più consistente è servita alla prima caratterizzazione delle sabbie, in un porto che rientra nel Sin locale, per 515.692,66 euro e alla successiva integrazione, necessaria visto il tempo trascorso, impegnando in questo caso 414.841,71 euro. Infine, 63.135,00 euro sono stati spesi per la Via e la Vas.