Gela. Un percorso burocratico sempre più travagliato e lento. A questo punto, arrivare alla gara per i lavori al porto rifugio, attesi da tempo immemore, non sarà scontato. Se da un lato la politica si è più volte avventurata in annunci roboanti, la Regione non ha ancora provveduto a trasmettere tutte le integrazioni documentali richieste dal ministero. A luglio, sembrava che la stasi si fosse finalmente sbloccata, ma così non è stato. “Il rup che segue la procedura in Regione – dice il senatore grillino Pietro Lorefice – ci ha comunicato che ha ancora necessità di altri giorni prima di trasmettere le ultime integrazioni richieste dal ministero”. Si tratta di documentazione legata alle attività di analisi delle sabbie dei fondali. Sulla carta, la procedura si sarebbe dovuta chiudere lo scorso marzo, ancora prima del lockdown per l’emergenza sanitaria. Era stata ipotizzata la partenza della procedura per arrivare alla gara di affidamento dei lavori. Sei mesi dopo, non c’è ancora la parola fine. Lorefice, che sta seguendo l’intricata vicenda e ha contatti costanti con il rup della Regione e con i funzionari ministeriali, potrebbe a breve segnalare gli ennesimi ritardi alla prefettura di Caltanissetta.
Pare ci siano già stati dei contatti. Con il progetto della darsena commerciale quasi del tutto compromesso dal taglio dei fondi deciso dalla Regione, neanche gli interventi più urgenti per trovare una soluzione all’insabbiamento del porto hanno fino ad oggi visto la luce, nonostante annunci e promesse di sblocco dei lavori.
Sembra ormai chiaro che sul porto di Gela non c’ e ‘ volontà a realizzarlo
Gela non può avere un’ economia
che guarda al mediterraneo ,da troppo fastidio ad altre città vicinorie
neanche a caltanissetta interessa lo sbocco al mare, c’ è l’ ha già ed è Licata