Gela. Da sei giorni hanno dichiarato lo stato d’agitazione: gli oltre sessanta lavoratori dell’Elettroclima snc, anche ieri mattina, sono rimasti fuori dai cancelli della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore.
“Non abbiamo ancora ricevuto circa tre mensilità della cassa integrazione straordinaria – spiegano – e, adesso, i titolari dell’azienda vogliono attivare quella in deroga. Non riusciamo a lavorare né a percepire gli stipendi. Vogliamo chiarezza e maggiori controlli su quello che accade in quest’azienda soprattutto a livello previcdenziale”.
Adesso, il caso arriverà direttamente sul tavolo del prefetto di Caltanissetta Carmine Valente: i segretari provinciali di Fiom, Fim e Uilm hanno chiesto un incontro urgente con i vertici della società attiva nell’indotto Eni.
“Al momento – spiega il responsabile delle risorse umane dell’Elettroclima Giuseppe Verdone – le commesse ottenute non ci permettono di assicurare a tutti i lavoratori un costante impiego. Per evitare il baratro della mobilità, abbiamo scelto di attivare la cassa integrazione in deroga. La situazione è difficile ma contiamo di coprire le spese necessarie al pagamento degli operai. Però, tutti devono capire che in questa fase non si può pretendere la massima occupazione. Se i lavoratori non rientreranno al più presto in cantiere, perderemo i contratti di manutenzione specifica appena conclusi”.
Non è da escludere che anche nei prossimi giorni possano maturare nuovi particolari su una vertenza resa ancor più aspra dalla scissione tra Elettroclima snc e Elettroclima srl.