Gela. La Fiat Punto sulla quale viaggiava si ribaltò e per il quarantasettenne Salvatore Marino non ci fu niente da fare. Troppo gravi le ferite riportate nell’incidente, verificatosi nell’agosto di quattro anni fa, a ridosso della Gela-Catania, lungo un tratto della Sp 12. La vittima era un operaio forestale che doveva prendere servizio. Alla guida dell’auto c’era il sessantenne riesino Rocco Li Perni. Per i pm della procura, sarebbe stata una sua manovra a causare l’incidente, autonomo, e la morte di Marino. Per questo motivo, il pubblico ministero Federica Scuderi ha chiesto il rinvio a giudizio dell’imputato, accusato di omicidio colposo. E’ difeso dall’avvocato Vincenzo Vitello, che non ha optato per riti alternativi.
Il gup Lirio Conti ha ammesso la costituzione di parte civile della moglie e delle figlie dell’operaio morto. La richiesta è stata formulata dagli avvocati Angelo Cafà e Marco Ministeri che ritengono i familiari gravemente danneggiati da quanto accaduto nell’estate di quattro anni fa.