Lauretta e Coccomini uccisi dai killer, Cassazione apre a revisione per Emanuele Emmanuello
La posizione di Emmanuello dovrà essere nuovamente al vaglio per l'eventuale revisione del giudizio a suo carico. Lui si è sempre detto estraneo all'azione di morte di trentotto anni fa

Gela. I fatti sono quelli di trentotto anni fa, quando poco prima di Natale finirono sotto i colpi dei killer, Salvatore Lauretta e Orazio Coccomini, considerati tra i riferimenti del gruppo stiddaro. Fu l'inizio della sanguinosa guerra di mafia. I giudici di Cassazione sono tornati a esprimersi su quel duplice omicidio accogliendo il ricorso presentato dalla difesa di Emanuele Emmanuello. Venne condannato all'ergastolo, che ancora oggi sconta, perché ritenuto componente del commando che agì per uccidere Lauretta e Coccomini. Per gli inquirenti, avrebbe fatto da vedetta, a bordo di un'auto, una Fiat 124. Nel 2014 arrivò la condanna disposta dalla Corte d'assise d'appello di Caltanissetta. Fino a oggi, la Corte d'appello di Catania ha sempre respinto le richieste di revisione del giudizio, avanzate dai legali che difendono il settantatreenne Emmanuello. L'ultimo no dei magistrati etnei è stato impugnato in Cassazione e i giudici romani hanno accolto il ricorso, annullando con rinvio. La Corte d'appello di Catania, quindi, dovrà pronunciarsi di nuovo sulla richiesta di revisione. Per i difensori di Emmanuello, tutti gli elementi di accusa avanzati nei suoi confronti sarebbero fallaci. In quel periodo, l'imputato lavorava fuori dal territorio cittadino, in un'altra Regione. Inoltre, sono state sottolineate le tante discrepanze nelle dichirazioni rese da testimoni e collaboratori di giustizia. La stessa Fiat 124 sulla quale si sarebbe mosso per fare da vedetta non era nella sua disponibilità. Sarebbe stata acquistata solo l'anno successivo. La Corte d'appello di Catania, secondo i giudici di Cassazione, non ha motivato in maniera fondata su diversi punti di prova avanzati dalla difesa, anche con nuovi testimoni, mai sentiti. La procura generale ha concluso per l'accogliemento del ricorso e per l'annullamento con rinvio. “Nella fattispecie in esame, tuttavia, è mancata tale delibazione, non avendo l’ordinanza impugnata neppure fatto menzione degli altri testi addotti dalla difesa a fondamento dell’istanza di revisione, avendo limitato la sua valutazione sull’idoneità, esclusa, dell’elaborato tecnico in tema di viabilità a sovvertire il giudizio di condanna. La motivazione del provvedimento impugnato presenta carenze motivazionali essendo mancata del tutto la presa in considerazione del punto sottoposto all’analisi del giudice, addotto a fondamento della proposta istanza”, scrivono nelle motivazioni i magistrati capitolini. La posizione di Emmanuello dovrà essere nuovamente al vaglio per l'eventuale revisione del giudizio a suo carico. Lui si è sempre detto estraneo all'azione di morte di trentotto anni fa.