Gela. Ormai, è impossibile anche negarlo. Il caso Ghelas, non è solo un mero scontro di “conti”. In ballo, c’è sicuramente la tenuta finanziaria della multiservizi, soffocata da un maxi credito che il Comune, fino ad oggi, non ha ancora onorato, almeno stando ai numeri presentati dall’amministratore Gianfranco Fidone. E’ altrettanto chiaro, però, che di mezzo c’è la politica (onnipresente nella gestione delle poltrone della società in house). La maggioranza del sindaco Lucio Greco dovrà decidere come andare avanti. Da almeno due settimane, la guida dell’azienda e il primo cittadino hanno ufficializzato uno scontro, che ha toccato toni mai così aspri. L’avvocato Gianfranco Fidone, scelto dal commissario straordinario Rosario Arena, vuole che i conti tornino e ha avviato una serie di azioni di risanamento, ma non intende mettersi sulle spalle pesi, che ritiene di non doversi sobbarcare. Così, è andato a ritroso tra i bilanci, notando che non tutto quadrava, anzi. Ha autorizzato una serie di azioni di responsabilità civile nei confronti degli ex manager Ghelas. Un punto mai così delicato, almeno per gli equilibri della giunta Greco. Tra queste azioni, anche se per ragioni di opportunità il manager ha omissato gli atti, c’è quella contro Giuseppe Robilatte, l’imprenditore che ha guidato la società dopo aver ricevuto l’incarico dall’allora giunta Fasulo e dimessosi ad inizio 2017, quando in municipio c’era già Domenico Messinese. L’ex manager è fratello dell’attuale assessore Grazia Robilatte, alla quale il sindaco ha affidato anche la delega al bilancio. Un vincolo familiare che potrebbe pesare. Il Comune è socio unico della Ghelas. Qualcuno, tra i banchi dell’opposizione, senza fare esplicito riferimento all’assessore, ha comunque chiesto una verifica su eventuali situazioni di incompatibilità e l’azione civile autorizzata da Fidone ha riaperto gli scenari. Ieri, i consiglieri di centrodestra hanno voluto incontrare il manager, che come fatto davanti ai membri della commissione consiliare bilancio ha ribadito la gravità della situazione e la necessità di una messa in liquidazione qualora il debito che grava sul Comune non venisse adempiuto (circa tre milioni di euro). Da almeno dieci anni non vengono versate le quote del tfr che spettano ai lavoratori.
“Abbiamo deciso di effettuare un accesso agli atti, è un nostro diritto – dice il consigliere comunale di “Avanti Gela” Gabriele Pellegrino – finalmente, alla guida della Ghelas c’è un amministratore non politico che sta cercando di mettere i conti in ordine. Vogliamo avere chiare delucidazioni anche sull’azione di responsabilità avviata contro uno degli ex amministratori e che deve ancora essere autorizzata dal sindaco. E’ uno dei punti all’ordine del giorno della prossima assemblea dei soci. La situazione è molto grave e noi riteniamo che vadano anzitutto tutelati i lavoratori, anche attraverso un piano di rilancio”. Gli intrecci familiari che il caso Ghelas ha fatto emergere starebbero creando ruggini anche tra le fila della maggioranza. Qualcuno, infatti, non avrebbe apprezzato l’attacco pubblico del sindaco Lucio Greco nei confronti di Fidone, criticato anche per le azioni di responsabilità autorizzate e per i decreti ingiuntivi destinati al recupero di una parte del credito che sta tentando di ricostruire. La dirigenza locale del Pd, fino ad ora, conferma piena fiducia all’assessore Grazia Robilatte, che si sta occupando di settori molto complessi, dai rifiuti al patrimonio. Non è da escludere, però, che già questa sera, durante il vertice di maggioranza, qualche alleato possa chiedere spiegazioni al sindaco e probabilmente anche ai dem.