L’area di crisi? L’amministratore delegato di Invitalia: “Gela ancora in corso di evoluzione”

 
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Gela. Il “cavallo” di battaglia dell’amministrazione comunale è ancora in “corso di evoluzione”. Parola dell’amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri, che è stato sentito in audizione alla commissione industria del Senato. Il manager ha fatto una disamina dello stato di tutte le aree di crisi italiane, compresa quella di Gela, autorizzata a seguito del protocollo di intesa del novembre 2014 che ha dato il via libera alla riconversione della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore. “Ci sono Venezia, Gela, Frosinone, Porto Vesme, Porto Torres e un’area di crisi campana – ha detto – che non sono ancora arrivate a Invitalia perché il processo è in corso di evoluzione”.

Quindi, l’iter dell’area di crisi complessa, sponsorizzata dal sindaco Domenico Messinese e dal suo vice Simone Siciliano, è ancora tutto da definire. La dotazione finanziaria per le aree di crisi della penisola si aggira intorno ai 690 milioni di euro, almeno così ha indicato Arcuri. Nonostante la call chiusa proprio da Invitalia, ancora oggi non sono stati comunicati i dati delle aziende ritenute idonee agli investimenti nell’area locale. Un grande punto interrogativo, senza risposte. Come ha detto l’amministratore delegato ai senatori, tutto è in “corso di evoluzione”.

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