L'antico tesoro dimenticato di Caltanissetta: l'altura con 2500 anni di storia che pochi conoscono
Gibil Gabib, a 5 km da Caltanissetta: altura dal Bronzo alla Grecia, mura, torri e necropoli. 2.500 anni di storia stupefacenti!
A soli 5 km da Caltanissetta, sorge Gibil Gabib, un’imponente altura di 615 m che cela 2.500 anni di storia: villaggi preistorici, un avamposto militare greco e le testimonianze della cultura di Castelluccio. Questo sito archeologico, ancora poco valorizzato, offre un viaggio temporale affascinante nel cuore della Sicilia antica.
Dall’Età del Bronzo alla castellucciana
Le prime tracce di frequentazione risalgono all’Età del Bronzo (IV millennio a.C.): selci e reperti litici, elementi dei primi abitanti sicani. Durante il Bronzo Tardo, la collina divenne un insediamento strutturato appartenente alla cultura di Castelluccio, con terrazze abitative e probabilmente funzioni agricole o comunitarie. Tale frequentazione precoce testimonia l’importanza strategica dell’altura nel controllo della fertile valle del fiume Salso.
La svolta ellenica: fortificazione e religione
Tra il VII e il VI secolo a.C., Gibil Gabib entra in orbita greca: la fortezza diventa un vero phrourion, cioè un avamposto militare greco d’osservazione, collegato ad Akragas (Agrigento). Durante gli scavi condotti da Dinu Adameșteanu negli anni ’50 e ’80 sono state riportate alla luce sezioni di cinta muraria, un torrione difensivo del VI sec. a.C. e persino ambienti di culto con statue femminili in terracotta. Accanto all’abitato emergono due necropoli, ricche di ceramiche a figure rosse, indice di una cultura funeraria raffinata e legata al mondo greco.
Scoperta, abbandono e custodia contemporanea
Il sito ha iniziato a rivelarsi nel XIX secolo, con Landolina e Salinas, e ha continuato a sfornare gioielli storici nel XX secolo grazie a Adameșteanu, fino al 1984. Oggi, sebbene in parte abbigliato da sterpaglie, il sito resta un luogo ricco di fascino, documentato da istituzioni ufficiali della Regione Siciliana e visitato da appassionati .
I reperti – vasi, piatti, lucerne – sono oggi conservati nel Museo Archeologico Regionale di Caltanissetta, elemento centrale dell’itinerario storico del capoluogo. Tuttavia, le potenzialità turistiche di Gibil Gabib aspettano ancora di essere totalmente espresse.
Curiosità
Sapevi che “Gibil Gabib” deriva dall’arabo ǧabal Ḥabīb, “monte di Habib”? Un nome che testimonia la stratificazione culturale dell’altura, da presidio indigeno e preistorico fino a fortezza ellenica, arabo-normanna e oltre!
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