l’Agesci Gela 4 lancia un monito alle famiglie per educare alla non violenza

L'avvio dell'anno sociale promuove «percorsi di educazione alla non violenza, iniziative di mediazione nei conflitti locali e di accoglienza.

A cura di Redazione Redazione
28 ottobre 2025 10:00
l’Agesci Gela 4 lancia un monito alle famiglie per educare alla non violenza -
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Gela. Oltre 150 scout e le loro famiglie hanno colorato con il blu delle loro camicie, gli spazi del Club Vela presso il lungomare di Gela; l’Agesci Gela 4, una delle più grandi associazioni di volontariato della città, ha dato il via ufficiale alle attività dell’anno associativo 2025/2026.
Hanno fatto loro le parole del Papa Leone gli educatori Agesci Gela 4, il quale ha indicato che «Ogni comunità diventi una “casa della pace”, dove si impara a disinnescare l’ostilità attraverso il dialogo, dove si pratica la giustizia e si custodisce il perdono». Da qui la richiesta molto concreta a «ogni diocesi» perché promuova «percorsi di educazione alla non violenza, iniziative di mediazione nei conflitti locali, progetti di accoglienza che trasformino la paura dell’altro in opportunità di incontro»
In questo contesto, la comunità capi dell’Agesci Gela 4 ha chiamato a raccolta lupetti, scout e rover per vivere un momento di condivisione e altamente pedagogico, nel quale, attraverso il gioco si sono veicolati concetti chiavi come dialogo, risoluzione dei conflitti, cooperazione perdono, impegno e solidarietà. In questo contesto, il Parroco Padre Michele Mattina ha celebrato messa richiamando alla dimensione comunitaria come elemento per educare generazioni di uomini e donne, cristianamente orientati al rispetto del creato e della vita umana.
La comunità capi dell’Agesci Gela 4, lancia un monito alle famiglie affinché accompagnino i loro figli, insieme a capi dell’associazione, con il loro specifico ruolo, nel percorsi di crescita orientati sempre al dialogo, al rispetto degli altri. Il metodo della comunità educante vissuto nella giornata di oggi è un tempo prezioso in cui sorgono proposte di attività personali e comunitarie, in cui si prende posizione sulle questioni, in cui ci si fa idee e ci si crea una coscienza. Questo dialogo continuo che i capi scout attivano con i ragazzi e per i ragazzi, attiva le le basi per delle scelte personali, in cui la coscienza prende forma prima nell’individuo, poi nella collettività.
La giornata di apertura vede ogni anno la celebrazione dei passaggi: riti che celebrano il superamento di un percorso di crescita. Un una società che spesso omologa tutti attraverso contenuti commerciali, il rito scout del passaggio resta uno dei momenti unici e preziosi nella vita di un ragazzo in cui testimonia di fronte a tutti il proprio impegno.

E' stato ricordato nel terzo anno della sua scomparsa, il capo scout Salvatore Buccheri, con un premio alla sua memoria verso giovani che si sono contraddistinti per il bene comune.

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