Gela. Nel corso della prossima udienza, il collegio penale del tribunale emetterà il dispositivo, con la decisione. In settimana, la difesa dell’imprenditore Rocco Palmeri e dei suoi familiari, Concetta Palmeri, Rocco Palmeri (1952) e Dorotea Palmeri, ha nuovamente respinto le contestazioni mosse e confermate dalla procura, attraverso il pm Luigi Lo Valvo. Secondo i legali Flavio Sinatra e Fernando Vignes, l’imprenditore non avrebbe intestato fittiziamente le società “Carni del golfo” e “Tir Italia” per aggirare la misura di prevenzione che gli venne imposta in passato, quando fu coinvolto in un’inchiesta antimafia. Secondo la procura, come ha confermato in aula il pm, formalmente le società erano riferibili ai familiari dell’imprenditore ma sarebbe stato lui stesso a mantenerne la piena gestione, anche rispetto all’uso dei fondi. “Non aveva nessun bisogno di intestare le società ai familiari – ha detto l’avvocato Sinatra – Palmeri ha dato seguito a quello che prevede la misura che gli era stata imposta e ha ripreso a lavorare. Era lui stesso, spesso, che trattava con gli istituiti di credito. Il rapporto di lavoro era stato comunicato a tutte le autorità”. I legali degli imputati sono certi dell’assenza dei presupposti per contestare le imputazioni che hanno portato a processo l’imprenditore e i presunti prestanome. Le due aziende finite all’attenzione degli inquirenti operano nel settore delle carni e in quello dell’autotrasporto.
L’inchiesta partì da un procedimento di altro tipo, per la separazione dell’imprenditore e dell’ex moglie. Fu la donna a chiedere accertamenti sulle disponibilità del sessantaduenne, dopo l’istanza per la riduzione dell’entità dell’assegno di mantenimento. Il pm, già nel corso della precedente udienza, aveva ripercorso gli accertamenti condotti, spiegando che l’imprenditore, formalmente estraneo alle società, era però nella piena disponibilità delle carte di credito, con pagamenti fatti in hotel, locali, per una crociera e per l’acquisto di auto di grossa cilindrata. I difensori hanno spiegato che lo stesso Palmeri agì sulla base di quello che prevedeva la misura. “Se l’avesse voluta eludere – è stato rimarcato – avrebbe potuto intestare le società ad altri soggetti, non della sua cerchia familiare”. La decisione verrà pronunciata durante la prossima udienza.