Gela. Da tre anni, il sindaco Domenico Messinese e il suo vice Simone Siciliano si muovono tra Gela e Roma, in una molteplicità di tavoli, istituzionali e non. Oggi, è stata pronunciata la parola fine sull’accordo di programma, necessario a tracciare gli investimenti alternativi a quelli di Eni sul territorio. Risorse a disposizione? Da quanto emerge dalle prime indiscrezioni, circa venti milioni di euro. Il governo cofinanzierà con dieci milioni di euro che si vanno ad aggiungere agli altrettanti dieci milioni messi a disposizione dalla Regione (in realtà prelevati probabilmente dai fondi restanti per le zone franche della legalità). Al vertice ministeriale, c’erano ovviamente il sindaco e il suo vice, l’assessore regionale Girolamo Turano, insieme ai rappresentanti dei ministeri dell’ambiente e delle infrastrutture e a quelli di Invitalia. “Abbiamo lavorato duramente e con grande solerzia – dice l’assessore Turano – avere approvato il 6 marzo la delibera che individua le risorse (venticinque milioni di euro complessivamente per Gela e sedici per le Aree non complesse), significa avere generato la possibilità di un investimento sicuro. La sottoscrizione di oggi guarda con attenzione al territorio sul quale le politiche di investimento sono risultate sbagliate e lo hanno penalizzato. Ringrazio il presidente Musumeci per la fiducia che mi accorda nella gestione di vertenze così importanti”. A lasciare perplessi, però, sono le cifre in ballo. Basteranno poco più di venti milioni di euro? Il sindaco sembra non avere dubbi. “L’iter fermo dallo scorso anno – ha spiegato all’Ansa – aveva bloccato la ricrescita industriale dell’area. L’interessamento dimostrato dalla Regione sta proprio nella rapidità dei tempi, ma soprattutto nel cercare soluzioni fattive. Le interlocuzioni avute, nei mesi sorsi, con il presidente Musumeci e con l’assessore Turano si sono concretizzate ed è un buon auspicio per dare risposte al territorio, che è quello che interessa ai cittadini”.
Chiuso l’accordo. Insomma, le risposte ci saranno, a tre anni dall’avvio dell’intero iter. Neanche il presidente della Regione Nello Musumeci si è tirato indietro. “Finalmente – ha spiegato – inizia un nuovo corso per Gela e la sua area. E la Regione sta facendo per intero la propria parte. La cittadina nissena ha pagato gli errori di un modello di sviluppo sbagliato. Da oltre mezzo secolo, la presenza di poli industriali in Sicilia ha causato un pesante degrado ambientale e del paesaggio. Abbiamo avviato una nuova stagione di bonifica che vuole restituire queste aree alla loro vocazione naturale, dal turismo all’agricoltura, salvaguardando i livelli occupazionali. Obiettivo del mio governo è l’avvio di un Piano di riconversione industriale, di bonifica dei siti e di recupero di tutte quelle aree dell’Isola dove esistono impianti di raffinazione e suscettibili di inquinamento: oltre Gela, Milazzo e Priolo”. L’accordo è chiuso, si attendono lo sviluppo e la concretizzazione dell’area di crisi complessa.
20 milioni la Regione, 34 milioni le compensazioni di ENI ,ma come lo create un po di lavoro?????
Stiamo scappando tutti….
Incredibile ma vero. Prima il porto rifugio. OTTIMO. Ora i soldi per l’area di crisi complessa da parte dello Stato Italiano (del quale la Sicilia si pregia di far parte) e della Regione Sicilia. Ora i quattrini ci sono. Si uscirà dalla crisi? Soltanto se primeggia competenza e dignità. Che Gela poi abbia pagato per un modello di sviluppo sbagliato per la presenza dell’industria: io su questa affermazione starei molto attento. Ci sono esempi che la dicono molto diversamente. Anche e soprattutto in Italia. La verità è che Gela paga l’incapacità di creare valore. La mancanza assoluta di iniziativa. La mancanza di volontà istituzionale nel fare crescere una realtà sociale. Dire che l’industria ha danneggiato il territorio è un forte atto di ingratitudine verso chi ha dato tutto se stesso per risollevare questo territorio. un nome per tutti: l’ing. Mattei. Speriamo che non prevalgano le solite cose. Ossia clientelismo e camurrie varie. Stiamo attenti alle invidie. Si metta avanti il merito, la preparazione accertata e verificata delle persone, il senso di appartenenza ad un territorio che ha voglia di riscatto. Per una Gela moderna, onesta, al passo con i tempi. Avanti gente. Si vada avanti con quella fermezza e con quel rigore morale che queste circostanze comportano.