Gela. I contenuti dell’accordo di programma, ma soprattutto i soldi (pochi) messi sul tavolo dal governo nazionale e dalla Regione, non li convincono per nulla. I segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil l’hanno più volte ribadito. Al momento, per l’area di crisi complessa di Gela, che ricomprende però ventitré comuni, sono stati annunciati venticinque milioni di euro. “Un misfatto” l’ha definito il segretario confederale della Cgil Ignazio Giudice, che insieme ad Emanuele Gallo della Cisl e Maurizio Castania della Uil chiama a rapporto tutte le parti in causa. I confederali, infatti, hanno appena scritto ai sindaci dell’area di crisi complessa, agli imprenditori di Sicindustria, ai deputati del territorio e al presidente del tavolo unico di regia. “A vario titolo, nelle diverse e articolate autonomie di ruolo – si legge nella missiva – tutti gli attori sociali e istituzionali hanno l’esigenza di dare risposte immediate e per tale ragione il confronto che si chiede assume priorità nella trattazione”.
Tanti dubbi sulla tenuta degli investimenti. I sindacati hanno già fissato un incontro allargato a tutte le parti interessate, previsto per la prossima settimana a Mazzarino. Dovrebbe essere l’occasione giusta per fare il punto della situazione intorno ad una vicenda gestita, fin dall’inizio, dal duo Messinese-Siciliano, ma che non smette di essere attraversata da enormi punti interrogativi. Con i soli venticinque milioni di euro, annunciati qualche settimana fa, non si va da nessuna parte né ci sarebbe possibilità di strutturare veri progetti di rilancio, alternativi a quelli di Eni. Lo sanno i sindacati ma lo sanno anche Messinese e il suo vice, che finora hanno scelto un profilo basso, senza fornire grandi spiegazioni.