La verità dietro una leggenda che ha attraversato secoli: il Santuario del Cristo Nero e il dettaglio sconosciuto
Santuario del Cristo Nero a Caltanissetta: crocifisso bizantino, protagonisti scalzi e riti ancestrali. La devozione più intensa del Nisseno.
Nel cuore di Caltanissetta, sorge il suggestivo Santuario del Signore della Città, noto anche come Santuario del Cristo Nero, co‑patrono della città. Custodisce un antico e affascinante crocifisso ligneo, il Cristo Nero, venerato fin dal XIV secolo. Trovato in una grotta da due fogliamari, la statua è rimasta annerita nonostante i tentativi di pulitura, divenendo simbolo di sofferenza, resilienza e speranza per la comunità. Questo santuario, tra devozione popolare, antichi culti scomparsi e tradizioni religiose, resta uno dei luoghi più carismatici e meno conosciuti del Nisseno.
Storia, miracolo e legame con i fogliamari
Secondo gli storici, le prime tracce del santuario risalgono al 1730, quando era intitolato a San Nicola di Bari, assegnato a una confraternita omonima. Nel XVIII secolo, con la demolizione della chiesa di San Leonardo, il Cristo Nero fu traslato nel santuario. L’immagine — un crocifisso ligneo in stile bizantino, alto 85 cm e risalente tra il XIII e il XV secolo — fu ritrovata dagli umili raccoglitori di erbe, i fogliamari, che la scoprirono tra due candele in una grotta, annerita dal fumo: ogni tentativo di schiarirla falliva e il legno tornava scuro.
Da quel momento, il crocifisso divenne oggetto di fervida devozione. Nel 1859, fu istituita la Confraternita del Santissimo Crocifisso, composta dagli zolfatari, e l’edificio, ristrutturato da padre Angelico Lipani con il sostegno dei conti Testasecca, ampliato tra 1872 e 1880, con nuovo altare e fercolo dorato per le processioni del Venerdì Santo. Negli anni ’50, la chiesa assunse l’attuale assetto neoclassico e venne elevata a santuario nel 1957.
Riti, processioni e valore culturale
Nel corso della Settimana Santa, la sera del Venerdì Santo, la statua del Cristo Nero è portata in processione dal santuario, accompagnata da confratelli e “fogliamari” scalzi che intonano le antiche “lamentanze” in un silenzio carico d’emozione: una delle cerimonie religiose più intense della Sicilia.
Fino al 1625, il Cristo Nero fu l’unico patrono di Caltanissetta, prima che l’Arcangelo Michele fosse riconosciuto co‑protettore dopo la sua presunta intercessione contro la peste.
Il santuario sorge in stile neoclassico, costruito in pietra di Sabucina, con facciata a un solo ordine e campanile laterale. Al suo interno sono conservati due santi del 1882 (San Francesco, Sant’Antonio), oltre al monumentale sepolcro di padre Lipani, opera di Piraino e Averna (1947).
15.2°