Gela. Le distanze tra maggioranza ed opposizione in aula consiliare non sembravano presagire nulla di buono durante la seduta di lunedì sera. Invece, alla fine, sono passate sia l’esenzione sul pagamento dell’imu sia la conferma del regime della vecchia tarsu, almeno per quest’ultimo scampolo di 2013.
La polemica, comunque, è montata soprattutto davanti alle richieste di spiegazioni sul tema della tarsu sui rifiuti e su quello del piano finanziario mai presentato dai dirigenti dell’Ato. “A questo punto – hanno detto all’unisono i consiglieri Piero Lo Nigro e Giuseppe Morselli – viene da pensare che quest’Ato serva solo da bancomat per l’amministrazione comunale. Gli atti necessari non vengono presentati ma non si smette di finanziare ogni tipo d’attività con i soldi dell’Ato”. Non a caso, l’intero gruppo dell’ex Mpa, per bocca di Giuseppe Collura, ha preannunciato la volontà di andare al fondo dell’intera questione rappresentata dai costi complessivi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Critiche sono state mosse anche da Terenziano Di Stefano, Enrico Vella, Giuseppe Di Dio e Guido Siragusa. Alla fine, comunque, l’aula ha confermato che il pagamento delle imposte sui rifiuti avverrà ancora con le modalità legate alla tarsu e non alla nuova tares. “Bisogna, però, dirlo ai cittadini – è intervenuto polemico Terenziano Di Stefano – che pagheranno 0,30 centesimi in più per metro quadrato. Non è tutto rose e fiori come pensano il sindaco e i dirigenti”. L’aula, inoltre, ha detto si’ all’esenzione dal pagamento della seconda rata imu per i figli che ottengano un’abitazione in comodato d’uso gratuito dai loro genitori. Esenzione applicabile solo ad un unico figlio. Luigi Farruggia di Grande Sud, invece, aveva già abbandonato per protesta l’aula: non ha gradito che i due punti trattati fossero stati anticipati, senza alcun accordo preventivo, rispetto al normale ordine del giorno. La tensione non è mancata neanche sul versante del piano triennale delle opere pubbliche. Il capogruppo Mpa Giuseppe Collura ha chiesto che il punto non venisse immediatamente trattato, scontrandosi con l’ex compagno di partito Di Stefano: intenzionato ad analizzare subito. Alla fine, non si è riusciti a mantenere il numero legale. Giuseppe Di Dio, lo stesso Terenziano Di Stefano e Giacomo Gulizzi hanno bocciato su tutta la linea l’abitudine fatta propria dall’amministrazione comunale di far arrivarein aula atti importanti per la cittadinanza solo pochi giorni prima dalla scadenza dei termini di legge fissati. Le accuse non hanno risparmiato i dirigenti presenti in aula e i componenti della commissione bilancio.