Gela. Vent’anni di reclusione ad Orazio Paolello e assoluzione per Filippo Gibilras. Il giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Caltanissetta ha emesso il proprio verdetto su una delle stragi che segnò la guerra di mafia in città, quella che decimò la famiglia di Salvatore Polara, ritenuto l’allora braccio destro del boss Giuseppe Madonia. Gli stiddari entrarono in azione facendo fuoco all’interno dell’abitazione, dove i Polara erano riuniti per il pranzo. Per loro non ci fu scampo. Un bagno di sangue che non risparmiò neanche la moglie e i figli presenti in casa. Due di loro, quelli che evitarono la morte, si sono costituiti parte civile con l’avvocato Tiziana Giardina. Il gup gli ha riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni e dovrà essere proprio Paolello, all’epoca dei fatti tra i vertici della stidda, a risponderne. Il boss, in base alle accuse, avrebbe avuto un ruolo di primo piano nell’azione di morte. Una vicenda ricostruita nel tempo, anche attraverso nuove dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. Paolello è stato difeso dall’avvocato Maria Brucali.
Il gup nisseno invece ha escluso un coinvolgimento di Gibilras. E’ stata accolta la ricostruzione formulata in aula dal suo legale di fiducia, l’avvocato Elio Lembati. Il legale ha messo in dubbio il contenuto delle dichiarazioni dei collaboratori che avrebbero condotto i pm della Dda di Caltanissetta a ritenerlo responsabile, insieme ad altri stiddari, della strage nell’abitazione dei Polara. Per Gibilras, invece, i pm hanno chiesto la condanna all’ergastolo.