La strage di Vittoria, definitive le condanne a Billizzi e Gammino: il sindaco Nicosia, “pene troppo miti per due killer”

 
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I killer colpirono all'interno del bar della stazione di servizio

Gela. Confermate le condanne a dodici anni di reclusione ciascuno ai collaboratori di giustizia Carmelo Billizzi e Gianluca Gammino, tra gli esecutori della strage di “San Basilio” a Vittoria, quando in cinque caddero sotto i colpi dei killer di cosa nostra gelese, arrivati nella cittadina ragusana per regolare i conti con gli affiliati al gruppo della stidda dei Dominante.

La strage nel bar della stazione di servizio. L’azione di morte venne messa a segno, nel gennaio del 1999, all’interno del bar annesso alla stazione di servizio Esso. L’obiettivo era Angelo Mirabella, ritenuto il reggente del clan stiddaro di Carmelo Dominante. Furono uccisi il cognato di Mirabella, Claudio Motta, 21 anni, e il suo luogotenente, Rosario Nobile di 27 anni. Nella mattanza, caddero anche Salvatore Ottone e Rosario Salerno, colpevoli solo di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato. Quattro le armi utilizzate per portare a termine la missione di morte, due calibro 9, una 357 Magnum ed una Glock. Il verdetto è stato confermato dai giudici di Cassazione, ai quali si erano rivolti i difensori dei due collaboratori di giustizia. Parti civili nel procedimento, sono stati i familiari delle vittime ma anche il Comune di Vittoria. “Considero positivo che la Cassazione abbia rigettato le richieste ed abbia confermato almeno la pena a dodici anni di carcere – spiega il sindaco di Vittoria Giuseppe Nicosia, tra i legali di parte civile – queste ultime due condanne, ripeto troppo miti per due pluriomicida anche se collaboranti , e molto ci sarebbe da riflettere sull’eccesso di premialità di cui a volte godono per la legge sui pentiti, si aggiungono a quelle per ergastolo già comminate nei precedenti processi”.

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