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La storia che nessuno conosceva | Il rintocco che ha cambiato il destino di Campofranco

Campofranco riscopre il suo orologio ottocentesco: un restauro che ha ridato rintocchi, memoria e senso di comunità al borgo.

A cura di Redazione
02 luglio 2025 11:00
La storia che nessuno conosceva | Il rintocco che ha cambiato il destino di Campofranco - Immagine di fantasia
Immagine di fantasia
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L'orologio del paese

Campofranco, piccolo borgo di 2.500 abitanti in provincia di Caltanissetta, ha visto la sua torre dell’orologio diventare il simbolo del cuore urbano. Costruita intorno al 1575 come parte della Chiesa Madre dedicata a San Giovanni Evangelista, la torre ha acquisito la sua funzione civica quando, nel 1780, fu installato un orologio a quattro quadranti di marmo, con campane capaci di segnare le ore e i quarti, coordinando la vita degli abitanti . Dopo anni di fermo, l’orologio ha ripreso a funzionare soltanto di recente, grazie a un restauro che ha riportato i suoi rintocchi al centro della quotidianità campofranchese.

Un borgo scandito dal tempo: storia, restauro e comunità

La storia del campanile è strettamente legata a quella del borgo stesso, fondato nel 1573 dal barone Giovanni Del Campo mediante licenza regio-ecclesiastica, con il nome che testimonia la "franchigia" fiscale concessa ai primi coloni.

Nel 1780, l’installazione dell’orologio con suoneria avanzata era pensata per scandire non solo il tempo sacro, ma anche quello profano: richiamava i contadini all'alba, strigliava l'ozio a mezzanotte e regolava l’entrata a scuola dei bambini. Messo fuori uso negli ultimi sei anni per malfunzionamenti, ha ritrovato vita nel 2025 grazie al lavoro di specialisti dell'orologeria, che hanno inserito movimento digitale radio-controllato, illuminazione a LED, nuove lancette e una tecnologia antimanomissione, tutto con un investimento comunale di circa 5.000 €, restituito immediatamente in valore simbolico alla comunità. 

Curiosità

Oggi la torre non segna solo le ore: segna il ritorno della vita collettiva, il recupero di una memoria condivisa e la rilocalizzazione del richiamo al centro storico di piazza Crispi

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