Gela. Una “defezione” tra le fila dei nuovi collaboratori di giustizia, quelli che soprattutto negli ultimi anni hanno deciso di parlare con magistrati e forze dell’ordine.
Iniziò a collaborare con i magistrati. Non sono ancora chiare le ragioni che avrebbero condotto un ex esponente della stidda locale a chiedere di ritornare in città, uscendo dal programma di protezione. Da quello che trapela, la richiesta sarebbe arrivata da un trentacinquennne già coinvolto nel blitz “Agorà”. Con quell’operazione, i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta e i carabinieri individuarono un nucleo della nuova stidda che sarebbe stato retto da Emanuele Palazzo. Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia, pronto a parlare con i magistrati già pochi mesi dopo quel blitz, sono arrivate fino in aula anche nel corso di procedimenti collaterali a quello principale. La decisione di rinunciare al programma speciale per i collaboratori di giustizia sarebbe maturata nelle scorse settimane, al punto da sorprendere non solo i magistrati ma anche il difensore di fiducia. Non c’è ancora certezza sull’identità dell’uomo che, comunque, avrebbe più volte espresso la volontà di ritornare in città dopo un lungo periodo trascorso, insieme alla famiglia, in una località protetta.