La sfiducia degli ex, sei firmatari erano con Greco: un “arcobaleno” all’opposizione

 
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Gela. La mozione di sfiducia, quasi a sorpresa, torna a far parlare di sé e lo fa al culmine della crisi finanziaria del municipio e mentre sono in corso le attività finalizzate alle misure correttive da trasmettere alla Corte dei Conti. La decima firma apposta dal cuffariano Vincenzo Cascino non è solo la sigla su un patto di centrodestra per il dopo Greco ma anche la conferma di una coalizione “arcobaleno”, quella del 2019 che portò alla vittoria dell’avvocato, in gran parte transitata all’opposizione. Sono dieci i firmatari della mozione, sei dei quali, anche con sigle diverse, sono stati nell’alleanza del primo cittadino. Nel 2019, con Greco c’erano già i forzisti Rosario Trainito e Carlo Romano, il dem Gaetano Orlando, gli attuali meloniani Pierpaolo Grisanti e Vincenzo Casciana (al primo turno era nelle liste dell’imprenditore Maurizio Melfa e al ballottaggio con l’avvocato) e lo stesso Vincenzo Cascino. Tra i firmatari, all’opposizione fin dal primo momento si sono posti invece l’altro meloniano Salvatore Scerra, Gabriele Pellegrino e i leghisti Emanuele Alabiso e Giuseppe Spata. Nel tempo, la maggioranza del primo cittadino si è progressivamente ristretta e ora, nel pieno dell’emergenza di bilancio, sono i pro-Greco ad avere l’enorme deficit dei numeri in aula consiliare. Se la mozione di sfiducia arriverà tra i banchi del civico consesso, dove troverà sicuramente il voto favorevole dei progressisti che l’hanno già annunciato, saranno proprio i numeri ad essere decisivi. Ai dieci firmatari dovranno aggiungersi altri cinque voti. I consiglieri di “Unità Progressista” (che tra le proprie fila schierano un’ex di maggioranza come il consigliere Alessandra Ascia) e i civici di “Una Buona Idea”, saranno forse il vero ago della bilancia.

La maxi maggioranza del dopo urne di quattro anni fa non esiste più e il sindaco in più occasioni ha tentato di aprire al resto del civico consesso, anche su singoli atti. Approcci che non hanno fruttato troppi risultati. Erano stati i cuffariani a proporre di aprire le chiuse del centrodestra, per avviare una nuova fase politica della giunta. Il nulla di fatto finale ha portato l’avvocato Greco a varare un governo della città ben poco partitico e senza più il supporto di ex alleati della prima ora come i civici di “Una Buona Idea”. La svolta sulla mozione di sfiducia dirà se Greco potrà convincere il consiglio, mettendo sul tavolo gli atti finanziari e le misure correttive, oppure se per la seconda volta la sindacatura si concluderà prima della scadenza naturale, con la Corte dei Conti a vigilare.

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