Gela. L’incubo è finito. Tra pochi giorni Maurizio Nassi tornerà ad essere un calciatore contrattualizzabile. Il bomber di Taormina ha scontato la squalifica per una presunta omissione di denuncia ed è pronto a tornare nell’arena.
In tutti questi mesi si è allenato a Gela, dove vive stabilmente quando non gioca, per mantenere una condizione fisica accettabile. Lo incontriamo davanti ad un bar. Fisico asciutto come se avesse da poco finito un ritiro pre campionato. L’intervista è un po’ estorta ma Maurizio ci perdonerà se sfruttiamo una conoscenza lunga tanti anni. Ha voglia di calcio giocato e non vede l’ora di tornare a gioire sotto una curva. Era un idolo ad Ancona, lo è stato ad Alessandria ed anche a Cittadella, l’ultimo anno in B, si è trovato bene. Gela è la sua seconda casa. Gli amici, oltre la famiglia, non gli ha fatto mancare mai l’affetto. Anche nei momenti difficili non hai perso la speranza che la verità venisse fuori. Ed oggi ha solo voglia di mettersi tutto alle spalle. Ed a Gela non hanno perso la possibilità di rivederlo sotto la curva Angelo Boscaglia con una maglia locale. Lui sorride e dice, come sempre, la verità. “Sto valutando diverse proposte – ammette – sono contento di aver ricevuto richieste sia dalla Prima divisione, ma anche dalla Seconda e da diverse squadre di serie D. Vi dico la verità. Sarei disposto anche a giocare in serie D, ma in una società ed in una squadra che abbia progetti seri ed ambiziosi. La riforma dei campionati stravolgerà tutto. Questo sarà l’ultimo anno di divisione in serie C. Dalla prossima stagione chi vince il campionato di serie D si ritroverà nella serie C unica”. Ecco perché la Prima divisione paradossalmente quest’anno rischia di avere scarso appeal. “Senza retrocessioni c’è il rischio che molte società per contenere i costi facciano organici con tantissimi giovani, mentre in Seconda divisione – continua Nassi – con 9 promozioni e altrettante retrocessioni le motivazioni saranno alte per tutte le squadre. Ecco perché voglio valutare con attenzione ogni proposta. Non voglio sbagliare”.
E Gela?
“Mi rammarico anche io come una città di 80 mila abitanti non si riesca neanche a fare la serie D. Gela ha una grande tradizione calcistica, con 18 anni di LegaPro. Vederla in queste categorie fa male. Spero che si riesca a trovare un gruppo di imprenditori disposti a investire. Tornare? Mai dire mai…”.