Gela. Due sedute a vuoto, banchi vuoti (anzi corridoio visto che l’aula consiliare è inagibile) e scelta forse politica di non decidere.
Non sono bastate le sedute di consiglio comunale di lunedì e martedì sera per mettere nero su bianco il passaggio dal sistema degli Ato rifiuti a quello delle nuove società di regolamentazione che dovrebbero sostituirli. Polemiche e assenze hanno prodotto la mancanza del numero legale per due volte consecutive nell’arco di appena ventiquattr’ore.
“Come si fa a non presentarsi per votare un provvedimento così importante – si chiede uno dei lavoratori dell’Ato presenti in aula – è una vera vergogna mentre noi continuiamo a subire vessazioni dai vertici dell’ente. Il sistema rifiuti costa alla città circa 10 milioni di euro all’anno e loro si assentano”. Proprio la copertura economica necessaria per aderire alle nuove società di gestione ha prodotto lo scontro nel corridoio del municipio trasformato, a causa dei lavori in corso, in aula consiliare.
Guido Siragusa e Giuseppe Di Dio dell’Udc al pari di Giuseppe Morselli del Pid si sono detti assolutamente contrari. Il sindaco Angelo Fasulo, infatti, ha proposto un emendamento che sposta l’uscita dei 60 mila euro necessari sul bilancio del prossimo anno. La maggioranza, quindi non ha retto neanche davanti a questa prova. “Onestamente – ha ammesso il capogruppo Pd Giuseppe Arancio – sono molto confuso davanti a quest’atto”.