Gela. La vicenda degli operai della Turco Costruzioni si complica giorno dopo giorno. I lavoratori, con le famiglie a seguito, sono esasperati, con il fardello di oltre due settimane di presidi e proteste. I sindacalisti dell’Ugl hanno scritto al prefetto di Caltanissetta Maria Teresa Cucinotta, per chiedere un incontro immediato. La decisione è stata condivisa dagli edili, con Giovanni Abela, dai metalmeccanici, con Francesco Cacici, e dal segretario Franco Tilaro. Nel documento, si chiede ai manager di Turco di ritirare i trentasei licenziamenti, nell’attesa di trovare una soluzione. Non si esclude neanche l’ipotesi, solo temporanea, di una collocazione nell’organigramma di altre aziende dell’indotto. Ma l’obiettivo rimane il rientro alla Turco Costruzioni. Per gli operai in protesta, infatti, i tagli non sono giustificati da un calo di commesse. “I lavori ci sono – dicono ai presidi – per questo motivo, non capiamo la scelta e rivendichiamo tutti i pagamenti arretrati e i mancati versamenti previdenziali”.
Riunioni, nelle ultime ore, si sarebbero tenute anche tra gli imprenditori. La fabbrica di contrada Piana del Signore è quasi del tutto ferma. A Palazzo di Città, invece, nonostante le critiche arrivate dalla triade di Cgil, Cisl e Uil, il presidente del consiglio comunale Alessandra Ascia conferma la seduta monotematica di venerdì. “Anche il consiglio comunale, che non fa parte dei tavoli istituzionali su Eni – dice – deve essere informato. Non capisco queste critiche. Per venerdì, ho convocato anche i sindacati”. Nelle ultime ore, non sono mancate frizioni pure tra le diverse sigle sindacali.