Gela. L’incidenza in città dei casi di tumore al polmone, almeno
per gli uomini, è tra le più alte di tutta la Sicilia.
Preoccupa il tumore ai polmoni. Tra le piaghe più gravi, il tumore allo stomaco, sia tra gli uomini sia tra le donne, e percentuali alte, rispetto al resto della provincia, sono state registrate per tumori come quello alla pleura. Sono i primi dati che emergono dalle attività del registro tumori di Ragusa e Caltanissetta, coordinato da Rosario Tumino. Enorme, inoltre, è il divario, ovviamente in negativo, tra la città e gli altri comuni della provincia sul fronte delle malformazioni neonatali. Circa il venti per cento in città, solo il sei per cento nel resto del territorio. Sono tutti numeri estrapolati nel periodo che va dal 2007 al 2012. I responsabili del registro tumori e i vertici dell’Asp, ad iniziare dal manager Carmelo Iacono, hanno illustrato quanto emerso davanti a specialisti del settore. In totale, almeno in provincia, la percentuale di nuovi casi scende di un uno per cento e sono soprattutto le donne a resistere alle cure. Il tasso di mortalità è più alto tra gli uomini. Nel complesso, almeno da quanto accertato, Gela non avrebbe un’incidenza di tumori superiore a quella del resto della provincia. Dati, quelli del registro tumori, che sono stati spesso al centro delle polemiche, soprattutto rispetto ai parametri utilizzati. “Registriamo tutti i casi insorti sul territorio – dice Tumino – indipendentemente dal luogo dell’avvenuta diagnosi”. Da tempo, i rapporti tra il management dell’Asp e l’amministrazione comunale gelese sono decisamente tesi e Iacono ha approfittato della presentazione dei dati per rinfocolare la polemica. Messinese e la sua giunta avrebbero detto no al protocollo Eni-Asp, pensato per finanziare, con circa un milione di euro delle compensazioni, la sperimentazione di un sistema di prevenzione biomolecolare.
