La morte dell'ex operaio del clorosoda Salvatore Mili, anche i legali della famiglia impugnano il verdetto del gup
Gela. Dopo quella dei pm della procura, arriva l’impugnazione anche dei legali della famiglia.{module Sponsor} L’impianto killer. La vicenda della morte dell’ex operaio Salvatore Mili, per anni imp...
Gela. Dopo quella dei pm della procura, arriva l’impugnazione
anche dei legali della famiglia.
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L’impianto killer. La vicenda della morte dell’ex operaio Salvatore Mili, per anni impegnato nell’impianto clorosoda della fabbrica Eni e morto dopo essere stato stroncato da una terribile patologia, verrà valutata dai giudici della Corte d’appello di Caltanissetta, anche sulla scorta di quanto sarà a giorni depositato dagli avvocati che assistono i figli e i nipoti. A fine giugno, il giudice dell’udienza preliminare del tribunale dispose il non luogo a procedere nei confronti di tredici imputati, tutti ex manager e tecnici di Eni e dell’impianto clorosoda. Erano accusati di omicidio colposo. Non avrebbero adottato le necessarie misure di precauzione, finalizzate ad impedire l’esposizione di decine di operai a sostanze tossiche. Al lavoratore vennero diagnosticati un mieloma multiplo e un tumore al colon. Per i familiari e per gli avvocati che li assistono, i legali Joseph Donegani, Dionisio Nastasi ed Emanuele Maganuco, la morte è da legare a quanto accadeva nell’impianto killer della multinazionale e alla pericolosità delle sostanze trattate. Mercurio, amianto, acido solforico, cloro e benzene sono solo alcune di quelle accertate. Il non luogo a procedere è stato già impugnato dai magistrati della procura e, adesso, al ricorso si aggiungerà quello dei familiari, già costituiti parte civile all’udienza preliminare. I loro legali puntano soprattutto sugli elementi clinici che hanno causato la fine dell’ex lavoratore e, inoltre, su quelli che vanno a smentire quanto contenuto nella perizia redatta da un pool di esperti ed utilizzata nel corso dell’incidente probatorio. I periti misero in dubbio il collegamento tra le sostanze presenti durante i processi produttivi nell’impianto clorosoda e le patologie riscontrate, già causa di diverse vittime. Da anni i familiari del lavoratore morto hanno avviato una campagna di sensibilizzazione in città, chiedendo che si faccia luce su quanto sarebbe accaduto nell’impianto. Orazio Mili, uno dei figli di Salvatore, è stato tra i fondatori del comitato dei familiari delle vittime del clorosoda.
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