Gela. Il caso della discarica di Timpazzo finisce nuovamente in tribunale.
I lavori di messa in sicurezza. Questa volta, il giudizio riguarda l’allora commissario dell’Ato Cl2 Giuseppe Panebianco. I magistrati della procura gli contestano presunti ritardi nell’avvio delle procedure per i lavori di messa in sicurezza operativa del sito. Lungaggini che, stando alle accuse, avrebbero provocato presunti danni. Davanti al giudice Ersilia Guzzetta, si è aperto il dibattimento. Il magistrato ha detto sì alla costituzione di parte civile del ministero dell’ambiente e della regione per il tramite dell’Avvocatura dello stato rappresentata in aula dal legale Giuseppe Laspina.
Le richieste d’avvio dei lavori arrivate dall’Ato. La difesa, con gli avvocati Danilo Tipo e Grazio Ferrara, però, ha subito contestato il tenore delle accuse che hanno condotto l’ex commissario a processo. Stando ai difensori, infatti, fin dal 2013 l’imputato avrebbe chiesto, con diverse note e durante molte conferenze di servizi, di accelerare l’iter per la messa in sicurezza operativa della discarica in base ai dati intanto fatti pervenire dai tecnici dell’Arpa. Lavori successivamente avviati. Proprio l’avvocato Tipo ha chiesto al giudice Guzzetta la sospensione del processo fino all’acquisizione dei dati definitivi successivi agli interventi di messa in sicurezza conclusi negli scorsi mesi. In base ai tecnici Arpa, infatti, l’incidenza dei lavori nel sito di conferimento può essere valutata solo a distanza di circa un anno. Il giudice, però, non ha accolto la richiesta ma, in ogni caso, ha rinviato al prossimo gennaio. In quell’occasione, inizieranno ad essere sentiti i primi testimoni.