Gela. Il decreto che dispone il giudizio è nullo, così gli atti tornano ai pm della procura. L’ha deciso il giudice Silvia Passanisi, prima dell’apertura del dibattimento nei confronti del ventiseienne Emanuele Orlando. Il giovane è accusato di concorso nel possesso di marijuana. I poliziotti, durante una serie di controlli nella zona del lungomare Federico II di Svevia, fermarono l’auto guidata proprio dall’imputato. All’interno di un borsone, vennero trovate dieci dosi di marijuana, per gli inquirenti destinate allo spaccio. L’arresto scattò subito per un altro giovane, che era a bordo della vettura. E’ già stato giudicato per questi fatti. Successivamente, le accuse sono state estese anche ad Orlando. I difensori, gli avvocati Fabrizio Ferrara e Francesco Giocolano, prima ancora dell’apertura del dibattimento, hanno contestato un vizio nella notifica del decreto che ha disposto il giudizio. Così, gli atti ritornano ai pm della procura.
I controlli e il borsone. Il giovane ha sempre escluso di aver avuto un ruolo in tutta la vicenda. Non sarebbe stato a conoscenza del contenuto del borsone. Si sarebbe limitato solo ad accompagnare il coetaneo, a bordo della propria automobile. Una linea sostenuta anche dai difensori.