La mafia controllava le campagne, gli imprenditori e l’antiracket parti civili: niente da fare per il Comune

 
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Gela. Saranno parti civili nel procedimento contro coloro che avrebbero voluto eliminarli dal mercato della raccolta della plastica, imponendo un regime quasi di monopolio.

Imprenditori e associaziooni antiracket sono parti civili. Il giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Caltanissetta Alessandra Giunta ha ammesso la costituzione di parte civile di quattro imprenditori e di una società a loro riferibile. Sarebbero stati vittime del sistema organizzato dagli indagati nell’inchiesta antimafia “Redivivi”. Ad imporre le condizioni di mercato nella raccolta della plastica tra le campagne locali e a ordinare la messa a posto di tanti operatori del settore sarebbe stato il gruppo mafioso retto dalla famiglia Trubia. Questo emerse dall’indagine condotta dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta ed eseguita dagli agenti di polizia della mobile nissena e da quelli del commissariato di via Zucchetto. Dopo l’avvio dell’udienza preliminare, il gup ha anche ammesso la costituzione di parte civile dell’associazione antiracket “Gaetano Giordano” e della Fai, rappresentate dall’avvocato Giuseppe Panebianco. Gli imprenditori, invece, sono in giudizio con il legale Giovanni Bruscia. Il gup Giunta, inoltre, sta valutando la possibilità di ammettere la costituzione di parte civile dell’associazione Codici. Le accuse vengono mosse a Vincenzo Trubia, Rosario Maichol Trubia, Francesco Graziano Giovane, Davide Trubia, Nunzio Trubia, Luigi Rizzari, Rosario Trubia, Manuele Rolla, Pasquale Lino Trubia, Baldassarre Nicosia, Luca Trubia, Simone Trubia, Pasquale Andrea Trubia, Rosario Caruso, Ruggiero Biundo, Petrut Ursica, il ventiseienne Rosario Trubia, il trentenne Giuseppe Cannizzo, Giuseppe Carnazzo, Fabio Crisci, Simone Maugeri, Cristofer Luca Tasca e Serafino Tuccio.

Le dichiarazioni di alcuni degli indagati. Intanto, alcuni degli indagati hanno reso dichiarazioni, negli scorsi giorni, proprio davanti al giudice dell’udienza preliminare. Hanno voluto precisare le loro posizioni, rispetto a contestazioni molto pesanti. Proprio per questa ragione, i difensori di altri imputati hanno chiesto un termine per valutare il contenuto delle dichiarazioni.

Il Comune non si è costituito parte civile. Niente costituzione di parte civile, invece, per il Comune, nonostante la giunta avesse già provveduto ad assegnare l’incarico ad un legale. A questo punto, sembra da escludere che l’ente possa rientrare tra le parti civili e chiedere l’eventuale risarcimento. “Non riusciamo a capire il motivo di quanto accaduto – dice l’assessore Fabrizio Morello – abbiamo assegnato l’incarico e tutta la procedura era in regola. A questo punto, temo che qualcuno abbia sbagliato e se ci saranno responsabilità, verranno valutate”. Intanto, si torna in aula tra un mese. Nel pool di difesa ci sono, invece, gli avvocati Carmelo Tuccio, Nicoletta Cauchi, Flavio Sinatra, Cristina Alfieri, Salvo Macrì, Maurizio Scicolone, Grazio Ferrara, Valentina Lo Porto,  Giovanni Cannizzaro, Annarita Lorefice, Nunzio e Salvatore Citrella, Italo Alia.

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