Gela. Gravissime patologie e veri e propri casi di malformazione che li hanno indotti a citare le società del gruppo Eni, ritenendo provata la connessione tra emissioni pericolose e malattie contratte.
A fine mese la nuova udienza. Sono circa una trentina le famiglie che si sono rivolte ai giudici civili del tribunale di Caltanissetta, chiedendo un risarcimento per quanto patito, compresi i danni alla quotidianità di tanti di loro, segnata da lutti e timore di ammalarsi. Il loro legale, l’avvocato Emanuele Maganuco, ha citato in giudizio non solo le aziende del gruppo Eni, attive in città, ma anche la presidenza del consiglio dei ministri, il Comune, l’ex Provincia di Caltanissetta, la Regione, l’assessorato regionale territorio e ambiente ed enti di controllo come Ispra e Arpa. Per il legale e per le famiglie da lui assistite, infatti, sarebbe venuta a mancare l’intera filiera dei controlli e delle attività di prevenzione, destinata ad evitare ripercussioni sulla cittadinanza. Già nelle scorse udienze, è stata formalizzata la costituzione del Comune, rappresentato dall’avvocato Mario Cosenza, ma anche della presidenza del consiglio dei ministri. Nelle loro memorie, i legali hanno ribadito come gli enti citati abbiano fatto tutto ciò che era di loro competenza, escludendo possibili inadempienze. Non si sono ancora costituti, invece, i legali dell’assessorato regionale territorio e ambiente, quelli di Ispra e Arpa e ancora la Presidenza della regione. Non a caso, il giudice Andrea Gilotta aveva optato per un rinvio. Il numero di famiglie che potrebbero scegliere di agire in giudizio per le stesse ragioni, intanto, sembra aumentare. Non a caso, proprio l’avvocato Maganuco appare intenzionato ad attivare un nuovo procedimento civile, proprio con altri casi che stanno emergendo.