Gela. Nell’indotto della fabbrica Eni, ma anche in quello Enimed, il lavoro è diventato una continua corsa ad ostacoli, spesso nel tentativo di accaparrarsi i pochi posti a disposizione.
Nuovi licenziamenti alla Sudelettra? Così, la tensione non è affatto superata. Tra i punti più sensibili, c’è il prossimo futuro degli operai Sudelettra. Negli scorsi giorni, il management ha ufficializzato l’avvio della procedura di licenziamento collettivo, al momento per venti dipendenti. In realtà, i vertici del gruppo lucano non escludono neanche l’opzione di rinunciare per intero a tutti i propri lavoratori, impegnati nei cantieri locali. Un’opzione indicata alle segreterie provinciali di Fiom, Fim e Uilm che hanno preso parte ad una prima riunione, nelle scorse ore, nella sede locale dell’azienda. Sudelettra e Icel hanno già perso i contratti di manutenzione in Enimed, adesso acquisiti dalla bergamasca Boffetti. Inoltre, gli imprenditori lucani non si troverebbero davanti a grandi prospettive neanche negli appalti di raffineria. L’ipotesi del licenziamento di tutti i dipendenti, però, è già stata respinta dalle segreterie dei metalmeccanici. Angelo Sardella, Orazio Gauci, Paolo Di Benedetto e Nicola Calabrese hanno già contestato la procedura di licenziamento collettivo per venti operai e, adesso, si oppongono ad un’eventuale escalation, tale da condurre ad una sorta di sciogliete le righe generale. Adesso, il confronto dovrebbe spostarsi all’ufficio provinciale del lavoro. “La situazione è molto difficile – dice il segretario provinciale della Fim Cisl Angelo Sardella – noi, comunque, vogliamo fiare chiarezza e tutelare tutti i dipendenti”.
Gli appalti Enimed. Intanto, neanche i lavoratori del settore elettrostrumentale, molti dei quali in attesa di una chiamata, sembrano gradire quanto starebbe accadendo negli appalti di Eni ma, soprattutto, in quelli di Enimed. Nelle scorse settimane, circa dieci ex lavoratori Sudelettra hanno deciso di rompere gli indugi, passando nell’organigramma della bergamasca Boffetti che ha ottenuto i contratti di manutenzione. I sindacati temono che si possa aprire un giro di assunzioni, fuori dalla lista di disponibilità. Un’ipotesi che rischierebbe di accendere un’assurda rivalità tra operai, tutti in cerca di dignità e lavoro.