“La fusione coi Napoletani mi fa paura: è come mettersi a letto con un vaioloso”

 
0

Gela. Vogliamo partire dalle celebre sentenza di Massimo D’Azeglio “Si è fatta l’Italia, ma non si fanno gli italiani”, sosteneva anche che “la fusione coi Napoletani mi fa paura: è come mettersi a letto con un vaioloso”.

Questi i principi che animavano i politici piemontesi durante le operazioni di sterminio del popolo del sud, una parte erano formate da italiani, l’altra parte non lo era affatto, “noi” i civilizzatori contro “loro”: il popolo da civilizzare.

Noi i portatori di giustizia e legalità, loro i briganti. Questi gli ideali che perseguivano gli intellettuali, i politici e l’opinione pubblica dopo la rivoluzione francese e così anche in Italia la ribellione, contro lo Stato appena costituito, fu etichettata con il temine di brigantaggio. Al sud, terra di briganti, sia prima che dopo l’occupazione dei piemontesi, fu facile accoppiare il termine di briganti agli oppositori al nuovo Stato colonizzatore, venuti esclusivamente come nemici per cancellare la nostra storia i costumi, i legami e le appartenenze e per spogliare il mezzogiorno di tutti i suoi beni.

Questi sani principi hanno sempre animato i padri della patria del nostro risorgimento e tutti i meridionali ipocriti e servili hanno seguito gli insegnamenti di presuntuosi e ignoranti uomini piemontesi. Noi, nel lavoro precedente, abbiamo messo in evidenza la realtà del mezzogiorno con quella del settentrione, mettendo in evidenza solo due aspetti: la ricchezza del sud che in termini di apporto di oro all’unità d’Italia, contribuì per il doppio di tutti gli Stati italiani messi insieme, ma per loro noi eravamo poveri, mentre loro con un apporto miserabile navigavano nella opulenza. L’altro aspetto che abbiamo messo in evidenza riguardava il progresso sociale raggiunto delle città del sud, considerando soltanto il numero di abitanti, quando ancora le città di Torino e Milano non raggiungevano insieme il numero di abitanti della sola Napoli.
Ironia della sorte, dopo l’occupazione del sud, queste città crescono in maniera esponenziale, mentre il sud indietreggia. Non è perché l’oro rubato abbia provocato un certo risveglio tra i bovari del nord? Fino al 1860, i primati tecnologici, appartenevano al sud. Dopo tale data il sud si spegne definitivamente. Non è perché il popolo colonizzatore abbia fatto una politica di sostegno solo ed esclusivamente all’industria del nord per cancellare definitivamente il sud dal mondo industriale? Noi ci siamo dimenticati che siamo gli eredi della cultura di Atene, di Roma e di Gerusalemme e oggi ci siamo ridotti ad essere un popolo colonizzato dai nordisti che nel 1860 non rappresentavano niente, perché molte zone erano ancora sotto il dominio dell’impero Austriaco o della monarchia francese. Noi eredi della cultura occidentale che si estendeva in tutte le terre conosciute, abbiamo accettato che dei popoli ancora barbari scendessero al sud per liberarci dai re Borboni. Il progresso tecnologico che aveva fatto progredire il mezzogiorno dell’Italia era invidiato dai nordisti e allora per annullarci si sono inventati i briganti, e l’occupazione del territorio duo siciliano con l’aiuto dei francesi e il regno unito di Gran Bretagna. I Francesi nell’occasione spogliarono l’Italia acquistando parte dei nostri territori concessi dai grandi statisti Cavour e Vittorio Emanuele II, mentre gli Inglesi ottenevano maggiore prestigio e presenza nel mediterraneo, cosa sempre agognata dagli Inglesi.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here