La fondazione di Gela, come una polis greca nata nel 689 a.C. sconvolse la Sicilia e aprì la strada a Ippocrate
Gela, fondata nel 689 a.C., cambiò la Sicilia: la polis rodio‑cretese e il tiranno Ippocrate plasmarono la Magna Grecia.
L’alba di Gela: una polis destinata alla leggenda
La fondazione di Gela avvenne tra il 689 e il 688 a.C., quando i coloni provenienti dalle isole di Rodi e Creta decisero di stabilirsi sulla costa meridionale della Sicilia. Le cronache antiche raccontano che furono guidati da Antifemo ed Entimo, due figure oggi quasi leggendarie che scelsero un altopiano naturale che dominava il Mediterraneo. Lì, dove la costa si protende verso il mare e il fiume Gela offre acqua e difesa naturale, posero le fondamenta di una polis destinata a crescere rapidamente in ricchezza e prestigio.
Questa posizione non fu scelta a caso: il territorio circostante era fertile, ideale per l’agricoltura, e al tempo stesso strategico per i traffici navali, trovandosi lungo le rotte che collegavano le colonie greche della Sicilia orientale con quelle dell’Italia meridionale. Nel giro di pochi decenni Gela divenne un punto di riferimento per il commercio del grano, della ceramica e del vino, attirando mercanti e artigiani da tutto il Mediterraneo.
Il cuore della città antica, oggi identificabile con l’area del parco archeologico di Gela, custodisce ancora testimonianze di questa prima grande stagione storica. Sull’acropoli del Molino a Vento si possono riconoscere resti di edifici sacri e mura difensive, mentre poco distante emergono i celebri bagni ellenistici, un raro esempio di impianto termale greco. Non mancano necropoli con migliaia di sepolture, oggetti votivi e ceramiche decorate, che raccontano un mondo raffinato e ben organizzato. Tutto ciò conferma come già nel VI secolo a.C. Gela fosse una città prospera e culturalmente avanzata, in grado di rivaleggiare con altre polis come Siracusa o Akragas.
L’ascesa militare e politica sotto Ippocrate
Nel corso del V secolo a.C., Gela visse la sua fase di massima espansione grazie alla figura carismatica e controversa del tiranno Ippocrate. Salito al potere nel 498 a.C., dopo il governo del fratello Cleandro, Ippocrate trasformò la città in una potenza militare che nulla aveva da invidiare alle grandi colonie greche dell’epoca.
Sotto il suo comando, Gela mise in piedi un esercito formidabile, noto per la cavalleria guidata da Gelone, futuro sovrano di Siracusa. Le sue campagne militari furono spettacolari: riuscì a sottomettere città come Camarina, Naxos, Leontini e Zancle (Messina), assicurando a Gela il controllo su un vasto territorio che si estendeva lungo buona parte della Sicilia sud‑orientale. Questa espansione non fu dettata solo dalla sete di conquista, ma da una strategia precisa: controllare i punti chiave per il commercio e la difesa, garantendo così alla polis una posizione di supremazia duratura.
L’influenza di Gela in quegli anni non era soltanto militare. La città dettava alleanze e arbitraggi, diventando una vera capitale politica del mondo greco in Sicilia. La morte di Ippocrate, avvenuta intorno al 491 a.C. durante l’assedio di Ibla, segnò la fine di un’epoca. Eppure, proprio da quella fine nacque una nuova era: Gelone, suo comandante fidato, prese il potere e spostò il baricentro verso Siracusa, aprendo un capitolo ancora più vasto nella storia dell’isola.
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