Gela. La figlia morta dopo un’overdose. Il padre, che per anni ha vissuto all’estero, avrebbe cercato di farsi vendetta da solo, individuando il presunto responsabile di quanto accaduto. Adesso, però, Rosario M. è stato condannato ad un anno di reclusione, per le minacce che avrebbe rivolto proprio all’uomo ritenuto responsabile della fine della figlia. In più occasioni, l’imputato, a processo davanti al giudice Antonio Fiorenza, l’avrebbe minacciato di morte. Fatti che si sarebbero verificati quando ritornava in città. “L’uomo preso di mira – ha detto in aula il pm Pamela Cellura – era costretto a non uscire di casa, per timore di ritorsioni. L’imputato lo minacciava di fargli fare la stessa fine della figlia”.
Le minacce dopo la morte della figlia. Alla fine, il giudice Fiorenza gli ha imposto la condanna ad un anno di reclusione. Sulla morte della giovane, stroncata dalla droga, vennero effettuati approfondimenti investigativi, senza però giungere ad individuare responsabili. Il padre, invece, riteneva che la causa di tutto fosse da legare al rapporto intrattenuto con quell’uomo, poi diventato vittima della minacce.
io avrei fatto lo stesso