La fede nuziale rubata in casa di un carabiniere, una donna incastrata dalla videosorveglianza di un compro oro

 
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Gela. Una fede nuziale rubata in casa di parenti e poi rivenduta ad un centro compro oro della città. A processo, è finita una donna, sulla quale si sono concentrate le accuse dei pm della procura.


La fede rubata. L’imputata sarebbe stata incastrata dalle immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza del centro compro oro. Tutto si sarebbe verificato nell’abitazione della famiglia di un carabiniere. Dopo la visita di alcuni parenti, l’uomo si accorse dell’assenza di una fede nuziale. Così, iniziò ad effettuare alcune verifiche tra i centri compro oro della città, fino ad arrivare a quello che aveva ricevuto l’anello. Il titolare, inizialmente, avrebbe negato di aver ricevuto la fede, ma poi, messo davanti all’evidenza dei fatti, ammise che una donna si era rivolto a lui. In aula, davanti al giudice Silvia Passanisi, è stato sentito il carabiniere che subì il furto nella propria abitazione. Il militare ha ricostruito l’intera vicenda, rispondendo alle domande del pm Gesualda Perspicace. Proprio il carabiniere, si è costituito parte civile con gli avvocati Dario Romano ed Eleonora Manfrè. La donna a processo, invece, è difesa dal legale Lia Comandatore. La difesa, invece, contesta la riconducibilità di quei fatti alla donna accusata.

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