La definì "Piccola Atene": ecco chi fu lo scrittore e giornalista che descrisse Caltanissetta
Caltanissetta negli anni ’30 visse un fermento culturale straordinario: Sciascia la definì “piccola Atene” per vivacità intellettuale.
Negli anni trenta, nonostante la stretta censura del regime fascista, Caltanissetta esplose in un clima culturale sorprendente, tanto da essere definita “Piccola Atene” da Leonardo Sciascia stesso. In una città ricca di scintille intellettuali e spiriti critici, giovani talenti e istituzioni innovative contribuirono a creare un ecosistema di cultura e idee che anticipava l’Italia del dopoguerra.
Un cenacolo di menti geniali nella Nissa degli anni ’30
In quegli anni difficili emersero figure di rilievo come Vitaliano Brancati (insegnante al Magistrale), Pier Maria Rosso di San Secondo, Giuseppe Granata, Angelo Petyx, Aurelio Navarria e Luigi Monaco, veri riferimenti per l’intelligenza siciliana. Leonardo Sciascia, adolescente trasferitosi da Racalmuto nel 1935, frequentò questo ambiente ricco di stimoli. Egli descrisse la città come capace di generare cultura e critica libera, una vera anticipazione della democrazia culturale italiana.
Biblioteche, librerie e teatri: i luoghi del sapere a Caltanissetta
La storica Biblioteca Scarabelli, nata nel 1862 e arricchita da incunaboli e manoscritti, divenne punto di riferimento per studiosi e cittadini in cerca di letture indipendenti. A pochi passi, il Gran Caffè Romano, frequentato da intellettuali come Sciascia, Brancati e il preside Monaco, fu il vero epicentro civile di dibattiti e scambi. Inoltre, il Teatro Regina Margherita, inaugurato nel 1875, ospitò spettacoli letterari e culturali fino agli anni trenta, alimentando ulteriormente il fervore cittadino.
Curiosità
Lo sapevi? Il paragone con Atene non fu solo retorico: Salvatore Sciascia, editore e libraio in Caltanissetta fin dal 1946, lanciò la prestigiosa rivista culturale “Galleria” che attirò collaborazioni da scrittori italiani del calibro di Pasolini, Moravia e Praz, consolidando il prestigio intellettuale della città oltre il ventennio fascista.
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