Gela. Pericolosi ed agguerriti, con un passato nel mondo della droga. Sono queste le caratteristiche dei sette arrestati dell’operazione Odissea condotta dai carabinieri di Gela.
Gli arrestati. In carcere sono finiti i fratelli Giuseppe ed Emanuele Marino, il nipote di quest’ultimo Rosario Perna, Luigi Brigadieci (tutti di Gela), Salvatore Panarisi di Realmonte, il rumeno. Daniel Major e Gaspare Valenti di Favara.
La droga proveniva dalla Francia attraverso il rumeno Daniel Major che conosceva alla perfezione i confini transalpini e sapeva evitare i controlli. La droga viaggiava nei sottofondi delle auto con carichi fino a 20 chili. L’hashish veniva acquistato dai fratelli Marino anche a Palermo ed in Liguria. Il procuratore Sergio Lari li ha definiti “pericolosi ed agguerriti”. Emanuele marino era ritenuto il principale spacciatore.
La droga sui doppi fondi delle auto. Una delle piazze principali di spaccio era Agrigento, dove confluivano decine e decine di kg di hashish, che viaggiavano sui doppi fondi su auto noleggiate in Francia proprio per evitare di essere scoperti
Messaggi in codice. L’organizzazione usava linguaggi criptati per evitare di essere intercettati, parlando di “camion”, “tende” e “furgoni”. Luigi Brigadieci, gelese, era personaggio noto della Stidda, già condannato nel 1995 per associazione mafiosa, così come era noto Emanuele Marino, condannato due volte. Quest’ultimo viveva nel nord Italia ma Gela era anche snodo per la Calabria, Palermo e l’agrigentino.
Gli investigatori. “A Gela c’è molto da fare – hanno detto il procuratore Sergio Lari e il maggiore dei carabinieri Valerio Marra – il traffico di droga stupefacente spezza vite. Le indagini sono partite nel 2012 e si sono avvalse di intercettazioni, dichiarazioni su dichiarazioni di collaboratori di giustizia e pedinamenti.