Gela. In aula, abbiamo un problema. L’attesa sull’esito del voto alla mozione di sfiducia
rischia di trasformarsi nell’accorata richiesta di “un rinvio”.
La crisi…della notifica. Tanti consiglieri temono che la mancata notifica della mozione, non solo al sindaco Domenico Messinese ma anche agli assessori e ai consiglieri non firmatari, sia l’anticamera di un possibile ricorso amministrativo che, qualora venisse sfiduciato, potrebbe riportare Messinese e i suoi in sella. Nelle ultime ore, sono stati consultati anche legali di grido, esperti in diritto amministrativo. La possibilità che un Messinese sfiduciato impugni il verdetto non viene esclusa da nessuno. A questo punto, la seduta di domani potrebbe aprirsi con una richiesta di parere messa sul tavolo del neo segretario generale Salvatore Pignatello. Addirittura, c’è anche chi teme, tra i banchi dell’assise civica, non solo di perdere il posto qualora la sfiducia passasse, ma di vedersi arrivare pure una richiesta di risarcimento danni da parte del sindaco o di altri intenzionati ad impugnare la decisione dell’assise civica. Insomma, il guado non è così lontano, anzi. In realtà, neanche l’opzione di un rinvio della seduta è così scontata.
Se la seduta venisse rinviata, decadrebbe l’atto? In questo caso, la mozione di sfiducia andrebbe ripresentata, senza la certezza di avere tutti i numeri a disposizione. Se fino a qualche ora fa, le quotazioni della sfiducia al sindaco erano elevatissime, adesso tutto torna in gioco. Quelli della sfiducia si sono rimessi alla presidenza del consiglio. “Noi abbiamo rispettato le norme in materia – dice il presidente Alessandra Ascia – è vero, non c’è stata la notifica della mozione al sindaco, ma quanto era di competenza della presidenza del consiglio è stato fatto secondo norma. Non spetta alla presidenza notificare la mozione. Personalmente, penso che domani l’atto vada votato”.
A meno di ventiquattro ore dalla seduta di domani, gli sfiduciati non sembrano più battuti in partenza.