Gela. Respinto anche il ricorso straordinario presentato contro la confisca preventiva di un terreno e del cinquanta percento delle quote azionarie di una società, tutti beni riconducibili
all’imprenditore quarantaseienne Giuseppe Trubia.
I beni dell’imprenditore. I giudici della Corte di Cassazione, negli scorsi giorni, hanno emesso il loro verdetto dopo che la difesa dell’imprenditore ha scelto di contestare una serie di presunte incongruenze che sarebbero emerse nella decisione del luglio dello scorso anno. In quell’occasione, sempre i giudici romani avevano respinto il ricorso contro la confisca preventiva, nonostante la procura generale ne chiedesse l’annullamento con rinvio. Tra le contestazioni mosse nel nuovo ricorso, la mancata valutazione della sentenza, diventata definitiva, che ha assolto l’imprenditore dalle accuse legate alla vicenda della discoteca Caligola. Per i magistrati che hanno condotto le indagini sui beni riconducibili a Trubia, ci sarebbe stata la mano dei clan locali dietro al suo patrimonio. Una ricostruzione sempre contestata dalla difesa, che ha escluso qualsiasi sproporzione tra la sua attività e i beni acquisiti. Quindi, dietro all’imprenditore quarantaseienne non ci sarebbero stati i clan. I giudici romani, però, non hanno accolto il ricorso straordinario, confermando il provvedimento.