Gela. I giorni che precedono la discussione in aula della mozione
di sfiducia al sindaco e alla sua giunta stanno assumendo tutti i contorni di una commedia degli equivoci e neanche di grande livello.
Il protocollo che non ti aspetti. Il presidente Alessandra Ascia non ha ancora sciolto la riserva e di conseguenza manca una data per la convocazione di tutti i consiglieri, chiamati a valutare la possibilità di chiudere anticipatamente l’esperienza amministrativa della giunta Messinese. Il termine ultimo, salvo nuove sorprese, è quello del 27 ottobre, praticamente una manciata di giorni prima della fatidica chiamata alle urne per le regionali. Negli ultimi giorni, quelli della sfiducia hanno rotto gli indugi. Il consigliere comunale di DiventeràBellissima Giovanni Panebianco ha dato il via alle danze, presentando una richiesta di immediata convocazione di una conferenza dei capigruppo, durante la quale fissare la data per la discussione in aula della mozione di sfiducia. Insieme a lui, gli altri consiglieri comunali vicini a Nello Musumeci, ovvero Vincenzo Cascino e Anna Comandatore, il capogruppo di Articolo 1 Carmelo Casano e i grillini del Movimento cinque stelle. Con sei firme sulla richiesta di convocazione della capigruppo, il presidente Ascia sarebbe obbligata a chiamare a raccolta i consiglieri, per poi fissare immediatamente la data di discussione della mozione. Questa mattina, però, l’ennesimo colpo di scena, forse un colpo di teatro. Su quella richiesta per la riunione dei capigruppo c’erano già cinque firme, ne bastava solo un’altra. I grillini Vincenzo Giudice e Angelo Amato, arrivati in municipio per apporre le loro sigle, però, non hanno più trovato il foglio d’ordinanza. “Il presidente del consiglio Alessandra Ascia – dice Giudice – ci ha fatto sapere che la richiesta era già stata protocollata con cinque firme e non c’era più altra possibilità di aderire. Il regolamento, in effetti, è chiaro, ma nessuno aveva pensato di protocollare la richiesta senza che si arrivasse prima a sei firme. E’ tutto assurdo”. A questo punto, probabilmente, i grillini torneranno all’attacco, con una nuova richiesta destinata ad ottenere la convocazione della conferenza dei capigruppo. Una cosa è certa, mentre preme la campagna elettorale tirata dai dieci candidati locali che tentano la fortuna per arrivare all’Ars, la vicenda della sfiducia al sindaco sembra diventata quasi folclore locale, si trascina stancamente, tra accelerazioni e sgambetti a norma di regolamento.