Gela. Il rischio, dopo il provvedimento firmato dal presidente della Regione Rosario Crocetta, è che la discarica di contrada Timpazzo debba rimanere chiusa fino al prossimo novembre.
Il decreto del Tar. Per evitare questo lungo stop, il commissario liquidatore dell’Ato Cl2 Giuseppe Panebianco ha subito depositato un ricorso sui tavoli dei giudici del Tar di Palermo. I magistrati amministrativi, già nelle scorse ore, hanno provveduto a valutare la richiesta di sospensiva avanzata dai legali dell’Ato. In sostanza, viene chiesto di bloccare gli effetti dell’ordinanza di chiusura, anche perché il piano per la modulazione dei profili del sito di conferimento è già stato presentato dai tecnici dell’Ato. I giudici del Tar, con un decreto, hanno deciso di valutare tutti gli atti e si potrebbero pronunciare a fine mese. “Considerato che la complessità della vicenda amministrativa da cui trae origine l’ordinanza impugnata e l’articolata motivazione di quest’ultima – scrivono nel decreto – richiedono una ponderata delibazione delle censure dedotte in ricorso in sede collegiale e nel pieno contraddittorio delle parti, specie per ciò che concerne i profili giuridico-organizzativi presi in considerazione dal presidente della Regione con riguardo all’eccezionalità della situazione venutasi a creare in Sicilia e, quindi, la doverosa comparazione degli interessi pubblici e privati attualmente coinvolti nel delicatissimo settore della raccolta e smaltimento dei rifiuti”.
“Bastava una semplice proroga…”. Di certo, né il commissario liquidatore Giuseppe Panebianco né i tecnici dell’Ato si aspettavano un provvedimento di chiusura. “Abbiamo risposto, in questi mesi – spiega lo stesso Panebianco – a tutte le richieste arrivate da Palermo. Abbiamo spinto affinché si accelerasse per l’avvio dei lavori d’ampliamento a Timpazzo e per quelli di realizzazione dell’impianto del trattamento meccanico biologico. Negli ultimi giorni, è stato anche presentato il piano per la modulazione dei profili che ci avrebbe permesso di abbancare i rifiuti nelle vasche ancora attive. Invece, alla fine, è arrivata la doccia fredda. Crediamo, però, che non ci siano gli estremi per giustificare un provvedimento di questo tipo. La mia non è una polemica contro il presidente Rosario Crocetta che ha firmato l’ordinanza. Abbiamo chiesto una proroga, anche solo di venti giorni, per intervenire con un impianto provvisorio di trattamento meccanico biologico. In questo modo, avremmo continuato ad abbancare fino all’avvio dei lavori definitivi. Invece, è arrivata questa decisione che ci costringere a conferire nel sito di Lentini e i costi, inevitabilmente, diventano maggiori”. A questo punto, si prospetta un periodo di chiusura della discarica di Timpazzo certamente non così breve.